lunedì 8 gennaio 2018

Non lasciarci!



No, non può essere! Questo genio politico, questo must che il mondo c'invidia, ha deciso di non ripresentarsi alle prossime elezioni regionali! 
Si odono pianti, lamenti ovunque. La perfetta macchina lombarda è intristita per la dipartita politica del Maroni di tutti loro! 
La sanità lombarda è quasi completamente privatizzata, il divario tra le classi sociali molto più evidente che in altre regioni. 
Ma Roberto ha un segreto che non vuol esternare: il processo che lo attende per le ipotizzate pressioni per ottenere contratti a due fedelissime del suo entourage. 
E se la condanna arrivasse senza lo scudo parlamentare, il povero Roby verrebbe estromesso immediatamente dal comando della regione Lombardia. 
Per cui il prode Maroni ha deciso di abdicare, sperando in una candidatura al Senato, che lo terrebbe lontano dalle pene della legge Severino sino al terzo grado di giudizio, praticamente in un'altra era geologica.
Ha trovato pure il tempo, durante la conferenza stampa di stamani, di scagliarsi contro il M5S e Luigi Di Maio, accusandolo di inesperienza e pericolo per la stabilità italiana. 
A lui, e ai suoi compari, infatti è palese che piaccia da morire questo immobilismo, questa sciatteria di seguito politico da parte della maggioranza del paese, che consente a loro di continuare a gridare romaladrona per poi andarvi agiatamente a gozzovigliare, forti di un consenso popolare anomalo, in quanto ingannato dagli sbraiti dei salviniani, con un populismo raramente riscontrabile in altri luoghi del globo. 
Contenti loro... 

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