giovedì 28/09/2017
AL POSTO GIUSTO
Banche, Casini capo della commissione che definì “nefasta”
OPS - ELETTO PRESIDENTE DELL’ORGANO D’INCHIESTA CHE FINO AD APRILE CONSIDERAVA UN PERICOLO: DOVRÀ SILENZIARE IL CASO ETRURIA-BOSCHI
di Marco Palombi
Che si deve fare per campare e farsi ricandidare. Il povero Pier Ferdinando Casini deve averlo pensato nel momento esatto in cui, dopo giorni di tentennamenti, s’è lasciato convincere ad abbandonare la cara, vecchia poltrona di presidente della commissione Esteri del Senato per quella, ugualmente presidenziale, della commissione d’inchiesta parlamentare sul settore bancario. Ieri infatti l’ex presidente della Camera ed ex leader dell’Udc, oggi tra i contraenti dell’associazione politica “Alfano e affini”, è stato eletto per un solo voto (21 su 40) all’alto compito di guidare l’inchiesta parlamentare sulle banche.
Con che spirito e quali fini può spiegarlo in modo inequivocabile un’intervista rilasciata a Repubblica il 28 dicembre 2015, dopo che Matteo Renzi aveva annunciato la nascita a breve della commissione sul mondo del credito: “Io ho un’idiosincrasia per le inchieste parlamentari” e questa “rischia di avere effetti nefasti”. Perché così pessimista? “Finirebbe col diventare una palestra di polveroni”. Ad aprile ancora non s’era fatto persuaso della bontà dell’operazione: “Un impasto di demagogia e pressappochismo che, al di là delle migliori intenzioni, non produrrà nulla di buono per le istituzioni” scolpì, ammantato di senso dello Stato, nella prestigiosa aula del Senato. Quale uomo migliore, dunque, per guidare questa inchiesta di uno che non la vorrebbe proprio fare?
E infatti Pier Ferdinando Casini ieri pomeriggio è stato eletto presidente per volere soprattutto del Pd, o meglio dei renziani, di cui la commissione è inzeppata (dal tesoriere democratico Francesco Bonifazi in giù). Il compito affidato alla potestà, alla canizie, alla consumata esperienza del nostro è, in sostanza, quello che il Conte zio dava al Padre provinciale nei Promessi sposi: “Sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire”. E, se ci scappa, permettere ai seguaci del segretario dem di dare qualche colpetto ai nemici. Scrive, non senza ragioni, il blog di Beppe Grillo: “Lui, amico di Cesare Geronzi, genero del banchiere Francesco Gaetano Caltagirone, socio della Fondazione Casisbo, azionista di Intesa, indirizzerà i lavori: è un atto di guerra al Paese reale”. Detto che in genere le commissioni d’inchiesta si affidano all’opposizione, come rimarcano i partiti di centrodestra (Giorgia Meloni in primis), la definizione M5S trova concorde persino Enrico Zanetti, ex viceministro montiano oggi nel gruppo di Verdini, che aspirava alla poltrona di Casini.
Ora la battaglia si sposta sul perimetro dell’indagine affidata alla commissione, scelta su cui il presidente avrà un peso. Razionalità – visto che davanti ci sono pochi mesi di lavoro – propenderebbe per circoscriverlo agli anni più recenti, ma il Pd chiede che l’oggetto sia l’ultimo ventennio: un modo per poter chiamare in causa la Ditta di Bersani e D’Alema sulle antiche vicende di Mps (a partire dal malaugurato acquisto di Antonveneta da parte di Giuseppe Mussari passando per quello di Banca 121 di Vincenzo De Bustis).
Quanto al resto, invece, sopire, troncare; troncare, sopire. Vietato concentrarsi sui buchi della Vigilanza di Bankitalia (vedi le Popolari venete e la stessa Mps), sullo scandaloso dilettantismo con cui è stata introdotta in Italia la normativa Ue detta “bail-in” la cui prova in laboratorio furono le quattro “banchette” mandate in risoluzione a fine 2015. Vicenda a cui è connessa la materia politicamente più sensibile dell’inchiesta: i tentativi dell’allora ministro Maria Elena Boschi di convincere alcuni istituti (Veneto Banca e Unicredit) a salvare la Popolare Etruria di cui il padre Pier Luigi era vicepresidente. Come si ricorderà, Boschi aveva promesso, dimenticandosene, di querelare l’ex direttore del Corsera Ferruccio de Bortoli che aveva descritto le sue pressioni sul banchiere Ghizzoni: Casini permettendo, ora si potrebbe appurare la verità.
Nessun commento:
Posta un commento