Al gran ballo della crisi governativa, partecipano danzanti tutte le varie sfaccettature del Paese: gli inamovibili, timorosi di non inanellar altra libagione, i rancorosi, pronti a vendersi anima e corpo per un nuovo giro al luna park della Casta, i pivelli che agognano alla pensione e pertanto sono disponibili ad appoggiar chiunque.
Nel bel mezzo del gran ballo s'affacciano baldanzosi anche i grillini che tentano in ogni modo di disperdere il gran rispetto popolare arrivando a chiedere il voto subitaneo con una legge che verrà probabilmente cassata a fine gennaio dalla Consulta.
Tra un giro di valzer e una mazurca, si delineano nuovi incarichi, si fanno nomi: l'uomo ombra di se stesso Gentiloni, domo e silente come nessuno, di un'affidabilità per il Bomba tale che potrebbe lasciargli chiavi di casa e pin bancari, senza temer alcun problema. Casini, ovvero il nettare estremo di questa politica, la ragione vera per cui bisognerebbe prima o poi imbracciar stoccafissi surgelati in direzione Roma, il presidente Grasso, risusabbondam nonostante tutto e Padoan, l'occultatore di verità economiche per quadrar conti in rosso.
Scatta in questi momenti una sorta di protezione per tutti coloro che nella vita altro non sanno fare che farsi aprire le portiera di una nostra auto blu. Si coalizzano per non sparire, fingendo battaglie inesistenti. Nessuno, neppure la peggiore delle Finocchiaro immagina in questi momenti l'addio a questo mondo dorato, strapagato, esclusivo.
Qualunque idea scaturirà dal Buster Keaton quirinalizio sarà una scelta di protezione al Parco Innaturale del romano malaffare. Per la gioia di lor signori danzanti. Giammai per le nostre necessità!
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