Musica per le orecchie!
"Tutto quello che vuole, sissignore, ma sono le parole che
cantano, che salgono e scendono. Mi prosterno dinanzi a loro. Le amo mi ci
aggrappo, le inseguo, le mordo, le frantumo. Amo tanto le parole. Quelle
inaspettate. Quelle che si aspettano golosamente, si spiano finché ad un tratto
cadono… Vocaboli amati, brillano come pietre preziose, saltano come pasci
d’argento, sono spuma, filo, metallo, rugiada… Inseguo alcune parole… Sono
tanto belle che le voglio mettere in tutte le mie poesie. Le afferro al volo,
quando se ne vanno ronzando, le catturo, le pulisco, le sguscio, mi preparo
davanti il piatto, le sento cristalline, vibranti, eburnee, vegetali, oleose,
come frutti, come alghe, come agate, come olive. E allora le rivolto, le agito,
me le bevo, me le divoro, le mastico, le vesto a festa, le libero… le lascio
come stalattiti nella mia poesia, come pezzetti di legno brunito, come carbone,
come relitti di naufragio, regali dell’onda… Tutto sta nella parola… Tutta un’idea
cambia perché una parola è stata cambiata di posto o perché un’altra si è
seduta come una reginetta dentro una frase che non l’aspettava e che le obbedì.
Hanno ombra, trasparenza, peso, piume, capelli, hanno tutto
ciò che sìandò loro aggiungendo, da tanto rotolare per il fiume, da tanto
trasmigrare di patria, da tanto essere radici"
(Pablo Neruda - Confesso che ho vissuto)
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