I condòmini del palazzo di Ponte di Nona, Roma est, dovrebbero essere studiati, analizzati, soprattutto dal punto di vista sociale e neurologico. Per due anni sono rimasti indifferenti all'odore che proveniva dall'abitazione della professoressa Maria Carmela Privitera, ex insegnante di 63 anni deceduta nel novembre del 2013. Dicono di aver avvisato più volte le forze dell'ordine, di aver fatto tutto quanto fosse nelle loro possibilità per chiarire quell'insopportabile odore che proveniva dall'appartamento. Alla fine, visto che nessuno ascoltava, hanno sigillato la porta d'ngresso con nastro adesivo per contenere i miasmi.
Maria Carmela è morta lasciando acceso il gas che da due anni alimentava il fuoco del fornello pronto a ricevere i sofficini, mai cotti e putrefatti come l'acquirente. Mondo strano, incredibilmente glaciale quello che ruotava attorno al condominio. Il medico curante dovrebbe essersene sbattuto i coglioni di non averla più vista, anche se lei era metodica nell'andare in visita da lui. Forse a lui interessava solo prendere la quota asl pro-capite per essere suo medico di famiglia. Viene da pensare se la Privitera abbia avuto conoscenze tra i negozianti della zona, o qualcuno che abitualmente la incontrava al supermercato, all'edicola, in libreria.
Morta e lasciata marcire da uno dei mali maggiori di questo mondo solo a parole moderno e tecnologico: l'indifferenza che mescolandosi all'ignavia, all'apatia per i problemi degli altri, trasforma la nostra epoca in società melmosa e soprattutto merdosa.
Riposi finalmente in pace, professoressa Privitera! E ci scusi, ci scusi di cuore.
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