
Nel brodo primordiale da anni impregnante quello che dovrebbe essere sulla carta un partito di sinistra, dopo decenni di consociativismo subdolo e puerile, dopo che cacicchi di ogni risma ne hanno adulterato l'essenza, dopo che fanfaniani immobili, centristi della malora camuffati da riformisti solo per portare a casa la pagnotta, ronzini perennemente assopiti in modalità Gentiloni ne hanno smielato il desiderio di combattere le disparità, ma soprattuto, dopo che durante l'Era del Ballismo un Bullo ne ha deturpato l'anima con idee politiche tipicamente gattopardesche in grado di distruggere lustri di lotta politica come meglio non poteva fare lo zio puttaniere dell'egoriferito in questione, in questo momento politico in cui Elly, tra una supercazzola e l'altra, parrebbe essere sempre in procinto di avviare una sacrosanta pulizia di primavera atta a spazzar via acari e soprammobili protesi verso la glaciazione, e qualcuno pure con dei profumi in tasca non acquistati, ecco che, fulmineamente, come un passaggio illuminante di Pirlo, come un dritto in risposta di Jannik, stagliarsi nel già descritto bordo primordiale la figura di una persona già conosciuta e notata da tutti coloro che, da quel partito, attendono l'arrivo, da lustri, di qualcuno che proponga ragionamenti e traguardi dall'antico sapore di sinistra, lei, al secolo Silvia Salis attualmente sindaco di Genova, che, in semplicità, senza clamore, per pura dedizione alle proprie idee, si è recata a Stazzema nel giorno del ricordo della mattanza nazifascista - sottolineo: parteciparono attivamente fascisti, fascisti, fascisti - in cui persero la vita 560 martiri, di cui 130 bambini, per onorarne la memoria, per tenere in allenamento "il muscolo della Resistenza, che va allenato come la Memoria."
parole sue:
"La memoria della Resistenza è la nostra memoria, è la memoria di chi ha lottato per sconfiggere il fascismo e il nazismo. Com’è cominciato quell’orrore? Non con i carri armati o le bombe. Con le parole. È cominciato con il consenso di alcuni, ma soprattutto con l’indifferenza degli altri. Molti si girarono dall’altra parte, non tutti certo, e tanti pagarono un prezzo altissimo per questo, ma molti si piegarono o si abituarono. E il fascismo si nutrì di questo silenzio”.
"la Resistenza non è un capitolo chiuso: la Resistenza è un muscolo. Ai ragazzi che sono qui vorrei dire: leggete, informatevi, incrociate le informazioni per distinguere il falso dal vero o ancora peggio dal verosimile, non lasciate che vi tolgano la capacità critica, il dubbio. Il dubbio è la cintura di sicurezza della democrazia. Chi vi dice che tutto è semplice, che c’è un nemico in agguato, che basta un ‘noi’ contro ‘loro’, non vi sta spiegando il mondo: ve lo sta restringendo. Imparate a dire no. Chiedo ai giovani: siate partigiani della complessità. Chiedo agli adulti: siate affidabili. Chiedo alla politica: siate all’altezza”.
"non è più tempo di parlare di fascismo. Il fascismo è un mutaforma. Non si distrugge facilmente. Il fascismo si traveste da hashtag e meme. Ma è sempre lui: il volto dell’odio travestito da protezione. È quando la politica smette di essere servizio e diventa culto della personalità”. Per questo, ha proseguito Salis, “Sant’Anna non è finita nel 1944. Sant’Anna continua a vivere oggi. Ogni volta che diciamo: io ci sono. Io non dimentico. Io resisto. Perché oggi la Resistenza non è finita. Oggi si resiste ogni volta che si combatte l’odio, la disuguaglianza, il razzismo, il negazionismo, l’indifferenza verso chi soffre, la violenza sulle donne, l’abbandono delle periferie, il silenzio verso le guerre lontane e verso quelle vicine, verso chi affama e massacra bambini. Oggi resiste chi ha il coraggio di pensare con la propria testa. Chi non si gira dall’altra parte. Chi sceglie il noi, non l’io. E allora io lo dico chiaramente: Non c’è spazio per il fascismo nella nostra Repubblica. Non c’è spazio per l’indifferenza nella nostra umanità”.
Già entrata nel mirino di pennivendoli peripatetici professionisti nello smerdare pericolosi avversari, come il Bazzone che dal suo giornaletto pulisciterga al tempo della campagna elettorale che la vide vincitrice, tentò di infangarla inventandosi calunnie su un incidente avvenuto anni prima, Silvia Salis rappresenta, se fossimo nel mondo Marvel, l'Anti-Picierno, la Pina guerrafondaia che paghiamo per sparar cazzate a Bruxelles, ma è anche l'Anti-Guerini, gli antipodi di quel modo insano di far politica per piacere ai poteri forti, per riverirne le scelte improvvide, per restare nello sciacquetio inconcludente di chi vede nella politica un mestiere da procrastinare per l'eternità.
Per ultimo occorre evidenziare l'assordante silenzio della damigella del Trumpone, la pseudo democratica premier impelagata attualmente in vicende molto più grandi di lei, tipo l'immobilismo dinnanzi al genocidio sionista del popolo palestinese, o la constatazione di non contare una mazza assieme agli altri nani europei difronte alle psichiatriche vicende belliche internazionali. Non ha detto nulla riguardo all'anniversario della strage nazifascista di Stazzema. Non una dichiarazione, non un pensiero. Nulla, come la valenza della sua persona.
Grazie Silvia Salis di esserci!
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