mercoledì 6 agosto 2025

L'Amaca

 

Il lusso della realtà
di MICHELE SERRA
Non è una citazione, è tutto inventato!» dice furibondo un membro del Likud in risposta al deputato di sinistra che ha deciso di leggere nel Parlamento israeliano il passaggio dell’intervista diRepubblica a Grossman nel quale compare la parola «genocidio» — si comprende quanto devastante, in quel luogo, per la coscienza di ciascuno e per la memoria di tutti.
Colpisce il tipo di reazione. Non "Grossman è un traditore", oppure "Grossman mente". Non, cioè, il contrasto duro, anche feroce, attorno alla stessa materia dolente, che sono le parole pronunciate da Grossman. No: la negazione del fatto stesso, forse perché risulta impossibile credere che il più grande scrittore israeliano vivente, che ha perso un figlio in guerra nel 2006, definisca «genocidio» quanto accade a Gaza.
Questa cancellazione dell’evidenza, ormai da qualche anno, è epidemica. Non è più l’isolata fuga dalla realtà di chi non ne regge l’impatto. È un metodo. Se i termini della discussione sono troppo faticosi, o troppo dolorosi, o troppo impegnativi, si rovescia il tavolo: "non è vero". Se le parole di Grossman suonano insostenibili, si nega che le abbia dette. E non sui social, dove il falso è al governo da tempo. In un Parlamento, che dovrebbe essere il luogo della discussione per eccellenza.
Discutere attorno agli stessi materiali, e con le stesse regole, sta diventando una rarità e forse un privilegio. È come se la realtà fosse diventata un bene di lusso: e invece è il pane.

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