Gaza, anche L’Europa è complice del massacro
DI ELENA BASILE
La stampa ci distrae con i finti problemi creati alla pace in Ucraina da dirigenti europei poco credibili. La difesa comune europea costruita con il Regno Unito che è fuori dall’Ue, l’ombrello nucleare europeo di 250 testate contro le 6000 russe, la vittoria dell’Ucraina sulla Russia, di fatto negata da tutti gli strateghi militari, l’invio di truppe europee di peacekeeping in Ucraina da tempo rifiutate dalla Russia, una assurdità dietro l’altra che vengono strombazzate sui giornali più letti a dispetto di ogni informazione realistica sul conflitto e sulle dinamiche internazionali. Come ripetiamo, la guerra è senza obiettivi strategici, è pura tattica per aumentare i profitti delle lobby delle armi e per risollevare le sorti di una Europa in stagnazione economica a vantaggio della grande industria e della finanza, di una élite transnazionale contro precari, immigrati, artigianato, piccola agricoltura e piccola impresa, operai, dipendenti pubblici, ceto medio impoverito insomma contro la gran parte delle classi lavoratrici. L’1%, o il 5%, contro il resto della popolazione che o non vota oppure in maggioranza vota per gli stessi governanti che tradiscono gli interessi dei popoli. Le cause di questa deriva sono molteplici e non analizzabili in questa sede. Partono dal liberismo degli anni Ottanta, dalla vittoria dei ceti capitalisti sul lavoro, dagli interventi pubblici a favore delle imprese ma non dello Stato sociale, dalla crisi del debito, dalla fine dell’Unione sovietica e di ogni freno all’arroganza dei neoconservatori statunitensi, dalla concentrazione dei media, dalla progressiva trasformazione delle democrazie nelle odierne oligarchie illiberali.
Intanto in Medio Oriente Israele ha violato unilateralmente il cessate il fuoco e ripreso i bombardamenti seminando 750 morti tra i civili. I ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito hanno piagnucolato pubblicamente affermando che le stragi sono condannabili anche se Israele ha il diritto di difendersi da Hamas. Il ministro Tajani non si è neanche unito agli interventi dei colleghi che salvano i buoni sentimenti. Tanti giornalisti hanno imitato i politici. Nessuno tuttavia ha chiamato Israele uno Stato canaglia che dal 1967 viola le risoluzioni Onu occupando territori non propri. Dal 2005 attua un assedio illegale e contro l’umanità a Gaza, realizzando in modo ricorrente (e prima delle atrocità di massa seguite all’attacco del 7 ottobre) spedizioni punitive collettive, condannate dal diritto onusiano. Realizza forme di apartheid in Cisgiordania, crimini di guerra sebbene la regione sia gestita insieme ad Abu Mazen e non vi sia presenza dell’organizzazione terroristica Hamas. Attacca Stati sovrani come Siria e Libano, spinge da un decennio almeno per l’attacco all’Iran e condiziona pesantemente la politica statunitense e quella europea in virtù dell’influenza e del potere esercitato dalla lobby di Israele. Nessuno ha domandato ai governi europei di applicare sanzioni a Israele come le applichiamo alla Russia. Nessuno ha chiesto il riconoscimento simbolico e politico dello Stato di Palestina e il voto unanime di tutti i governi europei all’Onu per il mantenimento del cessate il fuoco. La presidente del Consiglio Meloni, sebbene l’Italia sia membro della Cpi, ha dichiarato di non voler eseguire il mandato di arresto contro il primo ministro israeliano qualora fosse in territorio italiano, rendendosi pubblicamente colpevole di violazione del diritto internazionale.
Israele si autodefinisce Stato ebraico, malgrado il 20% della popolazione sia costituito da arabi musulmani. Chiama quindi in causa implicitamente la diaspora ebraica, che invece nulla ha a che vedere con i crimini commessi. Molti illustri esponenti delle comunità ebraiche hanno infatti firmato una petizione, ferocemente criticata da altri, contro la pulizia etnica di Gaza. Le manifestazioni degli studenti nelle università statunitensi sono state represse da Trump, imitato in Europa. Il senso di colpa tedesco ed europeo verso l’olocausto sta divenendo la base della complicità con altri crimini, con la disumanizzazione dei palestinesi, i veri paria del mondo odierno come lo sono stati ieri gli ebrei, i rom e le vittime dei genocidi. Le speranze che il cessate il fuoco aveva fatto nascere sono già morte. Trump accontenta i sionisti cristiani, evangelici ed ebrei con i cui fondi ha potuto vincere le elezioni nella plutocrazia statunitense. Autorizza Netanyahu a terminare il lavoro sporco in Palestina. Un massacro in diretta di cui l’Europa della democrazia e della libertà, mitizzata da Serra, Scurati, Benigni e i tanti intellettuali organici ai profitti delle lobby, è complice. Non abbiamo più parole di fronte alla mistificazione perenne che celebra, mentre li cancella, i valori umanistici della costruzione europea alla quale abbiamo creduto.
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