sabato 10 agosto 2024

L'Amaca

 

Il colore degli occhi
DI MICHELE SERRA
Chi non vorrebbe scegliere il colore dei propri occhi?”, chiede il giovane influencer FC che si è appena fatto operare per mutare da scure ad azzurre le sue pupille. La domanda mi coglie impreparato. Capisco che è una di quelle domande “nuove”, legate al costume dei tempi, che mi fanno sentire spiazzato, forse vecchio. Mi piacciono le mani da pianista, le mie sono tozze. Avrei voluto la statura di Paola Egonu, sono alto come Maradona (venti centimetri di meno).
Ammiro la pelle elastica e lucente dei popoli bruni, ho la pelle pallida e vulnerabile dei popoli chiari. Ma mi sono sempre fatto andare bene quello che ero.
Se per remissività o per saggezza, decidetelo voi.
Questo voler essere ciò che non si è, lo capisco poco. Con notevoli eccezioni, ovviamente: il cambiamento di genere, ritrovarsi in un corpo che non corrisponde alla propria identità e volerlo modificare, lo capisco perfettamente. Rimediare per via chirurgica a problemi estetici seri, malformazioni, connotati che comportano prostrazione psicologica: lo capisco. Già cancellare le tracce della vecchiaia, il percorso che la vita traccia sui nostri corpi, lo capisco un poco di meno.
Cambiare il colore degli occhi, lo capisco zero. Mi sembra uno sfizio da occidentali “sazi e disperati”, per dirla come quel grande reazionario che fu il cardinal Biffi.
Se fossimo alle prese con la fame, la guerra, la povertà, forse non avremmo il tempo per pensare a quale sia il colore degli occhi più adatto alle nostre voglie.
Ho il sospetto che l’esteriorità sarebbe un poco meno importante, se tornasse a essere un poco più importante l’interiorità. Se fossi un influencer, lo direi.

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