mercoledì 14 agosto 2024

Pisanamente interessante

 

BENI CULTURALI
Da Ugolino ai Medici a Pisa il museo diventa Normale
La Scuola Superiore cura un progetto di valorizzazione di Piazza dei Cavalieri, teatro della vicenda nera raccontata da Dante E apre i propri spazi storici al pubblico di visitatori
DI ANTONIO ROCCA

Fervono i lavori in Piazza dei Cavalieri, nel cuore di Pisa. La Scuola Normale Superiore, che qui è incardinata dal 1846, ha promosso un progetto di valorizzazione dell’area, finalmente proposta come un organismo unitario. I restauri interessano il Palazzo della Canonica, destinato a ospitare parte della biblioteca della Normale, e la chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, adiacente a Palazzo della Carovana, sede principale della scuola voluta da Napoleone.

Siamo a due passi da Piazza del Duomo, il dannunziano “Prato dei Miracoli” è affollato quotidianamente da turisti che vorrebbero portarsi a casa un pezzetto di quel prodigio, sia pur trasformandolo in trucco. I visitatori si mettono in fila e, per il tempo di uno scatto, fingono di sostenere l’iconico monumento pendente. Ma Pisa ha consegnato all’immaginario collettivo una seconda torre, famigerata e oscura quanto la prima è candida e solare: è la Torre della Muda, il luogo del supplizio di Ugolino della Gherardesca. Col tempo se ne era dimenticata persino l’esatta ubicazione, tuttavia la memoria, ancorata ai versi più crudi della Commedia , non è mai venuta meno. Nel fondo del pozzo infernale, il conte interrompe il “fiero pasto” e, prima di parlare, si netta la bocca dai capelli del vescovo Ruggieri. Ugolino racconta l’agonia dei figli nella cosiddetta Torre della Fame, infame al punto che i pisani la lasciarono cadere in rovina, come per rimuovere un ricordo insostenibile. Ma le parole di Dante hanno la medesima forza della pietra e hanno fatto riemergere dall’oblio i resti dell’edificio, inglobato da Palazzo dell’Orologio, lo stabile sul lato settentrionale di Piazza dei Cavalieri. La piazza ha una lunga storia e molti nomi, nel Medioevo era nota come Piazza degli Anziani o delle Sette Vie. In realtà le vie sono sei, è stata quindi avanzata l’ipotesi che l’antica denominazione fosse segno di un’ambizione universalistica: il numero sette evoca, infatti, l’idea di un crocevia. Quando Pisa gareggiava alla pari con le altre repubbliche marinare, gli Anziani vi si radunavano per decidere le sorti di una città, che era tra le più ricche d’Europa.

Il declino cominciò con la rovinosa battaglia della Meloria (1284), quando il conte Ugolino si arrese ai genovesi e a Pisa iniziò la stagione dei veleni. Il mare sembrava allontanarsi sempre più, mentre Firenze si faceva vicina e minacciosa. I fiorentini entrarono in città al principio del Quattrocento e Pisa si spopolò, fu solo nella seconda metà del sedicesimo secolo che Cosimo I de’ Medici tentò di rivitalizzare la rivale di un tempo. Il granduca insediò l’Ordine diSanto Stefano nel Palazzo degli Anziani, che divenne Palazzo della Carovana. Il Medici impose a quello che era stato il centro politico cittadino un nuovo nome e un nuovo volto. Per eradicare qualunque anelito autonomista, Giorgio Vasari cancellò le forme d’età comunale. Era un’operazione di facciata: si doveva lanciare un segnale di modernità e cambiamento, spendendo il meno possibile. Fu un intervento opposto a quello attuato nella capitale, laddove a Vasari era stato richiesto di rivoluzionare Palazzo Vecchio, preservandone l’involucro al fine di sottolineare la continuità con la tradizione cittadina. Da allora Palazzo della Carovana ha visto transitare regimi e rivoluzioni, però è stato solamente con l’approdo della Normale che per Piazza dei Cavalieri si è aperta una nuova fase. Oggi la Scuola si è assunta l’onere di guidare una rinascita dell’area, e non solo. L’operazione, sotto la responsabilità scientifica di Lucia Simonato e supportata da Fondazione Pisa, potrebbe essere volano di una notevolissima ricaduta. Fino al 31 dicembre è aperta (dal lunedì al venerdì, ore 10-18) la mostra La Torre della Fame. Dante Alighieri, Ugolino della Gherardesca e i luoghi di un mito. Sarebbe sufficiente trattenere in città, anche solo per poche ore, una porzione del flusso turistico che attraversa Piazza del Duomo per realizzare un piccolo miracolo.
Attualmente Palazzo della Carovana e la Torre della Muda sono visitabili in condizioni di ecceziona-lità, d’ora in poi l’ingresso sarà una cosa “normale”. Sarà così agevole attraversare gli ambienti in cui si sono formati Giovanni Gronchi e Carlo Azeglio Ciampi. Spazi impreziositi da opere del Centro Pecci (tra gli altri ricordiamo lavori di Giulio Paolini e di Hermann Nitsch), in virtù di una solida collaborazione con la Scuola. Inoltre sarà più facile accedere all’archivio, nel quale sono conservate note di Adolfo Venturi o lettere di Edmondo De Amicis, peraltro arricchite da ghirigori d’autore.

Per visitare la Scuola basta prenotarsi online (https://piazzadeicavalieri. sns.it: il sito raccoglie il lavoro degli studenti e dei ricercatori che hanno collaborato al progetto), invece per scoprire la Canonica dovremo attendere il completamento dei restauri, che si annunciano illuminanti. Gli interni stanno rivelando preesistenze solo sbrigativamente camuffate dagli interventi medicei. In ultimo un regalo: dal loggiato sul cortile si potrà intuire quella che, forse, era la settima via della piazza. Probabilmente la strada smarrita tagliava la Canonica per disegnare un itinerario, che ora si perde tra orti inattesi, di quelli che talvolta resistono nelle pieghe del centro e che sono la nostra parte di ricchezza.

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