martedì 20 agosto 2024

Ci risiamo

 

Le trame contro Arianna, renziana che ce l’ha fatta
DI DANIELA RANIERI
La notizia è che Arianna Meloni, in quanto sorella di Giorgia, ha messo bocca sulle nomine della Televisione di Stato, o che Renzi, o quel che ne resta, improvvisamente trova credibile il giornale che lui chiamava il Falso Quotidiano, che del ruolo di Arianna nelle nomine dei vertici Rai ha scritto puntualmente, tanto da suscitare in Sallusti, direttore del Giornale, l’allarme lanciato nell’editoriale dal titolo “Vogliono indagare Arianna Meloni”, manco agli italiani dovesse fregare qualcosa? Entrambe: il rischio che le due ex proletarie più potenti d’Italia possano doppiare i renziani nella famelica occupazione governativa della Tv pubblica, usando peraltro la legge del governo Renzi che peggiorò la raccapricciante Gasparri, è elettrizzante; fermo restando che l’ipotesi che i pezzi diciamo grossi di FdI possano surclassare i fiorentini in quanto a potere effettivo unito a ridicolaggine politico-umana resta remota ma a questo punto non inverosimile.
L’apposito Sallusti aveva dato per certo che Arianna e quindi il partito dei post(?)fascisti di cui ella coordina la segreteria fosse oggetto di “una cospirazione di giornalisti, politici di sinistra e magistrati compiacenti”, dove i giornalisti saremmo noi del Fatto, i magistrati le solite toghe rosse e i “politici di sinistra” ovviamente Renzi, la quale ultima cosa basterebbe a qualificare il tutto come barzelletta, ma non nel senso che intende Renzi, subito intervistato da tutti i giornali padronali, casomai ci perdessimo quel che gli passa per la testa tra le 15 e le 18. A Boschi, Paita e altre frattaglie renziane che fanno scenate in Vigilanza Rai e interrogazioni parlamentari per capire se è vero che Arianna ha trafficato per le nomine di Rai e Trenitalia, rispondono i maggiorenti di FdI, mostrando subito l’erezione vittimistico-fascia che li contraddistingue e che differisce dal vittimismo renziano per il fatto che questo invece è sempre stato un po’ barzotto.
Quindi adesso c’è questo derby, che solo Sallusti può vedere come una lotta tra opposizione e governo: famelici del Colle Oppio in odore di avviso di garanzia per traffico di influenze che fanno concorrenza sleale ai famelici amichetti del Valdarno, che hanno occupato mezza Italia ai tempi del renzismo dannunziano, quando tutti gli editorialisti si inchinavano alla gens nova che componeva la corte rinascimentale del redivivo Lorenzo Il Magnifico: la bella bionda col padre banchiere fatta ministra, il geniale celiaco con entrature in Israele candidato a capo della cybersicurezza, il centravanti del campetto di calcio pure lui fatto ministro, e poi la pletora di vigilesse, dirigenti della provincia, avvocati, tesorieri, consiglieri, figli di vecchine generose, tutti messi a capo di partecipate di Stato e in tutti i gangli del potere vero, quello dove girano i quattrini. “Muta di cani di un boss di provincia”, li chiamano adesso quelli di FdI, che in questo hanno ragione (mai troppo male si può dir dei renziani), ma fanno ridere i polli quando evocano un golpe perché qualcuno ha toccato l’intoccabile Arianna.
Il responsabile di FdI Donzelli fa un video in cui (con voce e dizione renzianissime) denuncia una grande “cattiveria” verso Arianna, già praticamente gambizzata da una vignetta del Fatto, poi parla di “cospirazione per fermare governo e riforme”, che peraltro Renzi ha appoggiato in toto, e di un tentativo di “inquinare la democrazia”, chiaramente incarnata da Arianna Meloni. Rampelli, che palesemente odia le Meloni, evoca il “metodo mafioso”, cioè Arianna come Falcone e Borsellino, e poi ci fa sognare: “Arianna siamo tutti noi. Dovete ammazzarci tutti”. Stupendo.
Renzi, di cui tutti conosciamo l’anelito democratico, denuncia la “parentocrazia” al potere e vuole sapere a che titolo Arianna partecipi alle riunioni in cui si decidono nomine pubbliche; non sembra nemmeno lo stesso individuo che prende soldi per prestazioni varie dal principe ereditario di un regime criminale. Perché lo faccia, escludendo gli ideali, è al momento oscuro, visto che a lui il governo dei missini-berlusconiani piace assai. Del resto ha minacciato di rientrare nel centrosinistra per fare “da argine alla Meloni” col suo rotondo 2%, chissà in cambio di cosa, ricattando cosa. Speriamo non ci quereli, ma questa Arianna, che incidentalmente è pure moglie del ministro alla Carne Sintetica, ai Grilli Essiccati, alla Sostituzione Etnica e alle Fermate Straordinarie dei Frecciarossa, cioè Lollobrigida, pare una renziana che ce l’ha fatta.
La chicca deliziosa: Sallusti dice che ad Arianna sarebbe contestato il traffico di influenze, “un reato che ben si presta ad accuse in mancanza di meglio o di prove, stante la sua aleatorietà”, infatti il ministro Nordio lo ha depotenziato nel decreto appena firmato da Mattarella dopo aver abolito il reato di abuso d’ufficio, perché sono i due reati preferiti dai politici, decisione che trova perfettamente d’accordo Matteo Renzi.

Nessun commento:

Posta un commento