martedì 27 febbraio 2024

L'Amaca

 

Perché si scomoda la magistratura?
DI MICHELE SERRA
L’apertura di un fascicolo giudiziario sul generale Vannacci per “istigazione all’odio razziale” ha l’evidente demerito di far passare per martire della libertà d’espressione l’autore di una compilation di vecchi luoghi comuni che di provocatorio non hanno un bel nulla.
Vannacci parla all’eterna Italietta (oggi governativa) che chiamava «invertiti» gli omosessuali, pensa che le donne debbano fare la calza e che le migrazioni siano un attentato all’integrità della Nazione.
Sono concetti che sui giornali di destra vengono rimasticati da trent’anni. Fossi Vannacci, chiamerei a correo l’intero archivio di Libero e della Verità, mezzo palinsesto di Retequattro e l’intera produzione social del Salvini («nella piazza Rossa si sta bene perché non ci sono rom, non ci sono mendicanti, non ci sono rompiballe»: non è forse incitamento all’odio razziale e di classe?). Così che il faldone diventi trasportabile solo con dieci Tir e si proclami il non luogo a procedere per insufficienza delle strutture.
Il gioco è risaputo, ed è sempre lo stesso: i Vannacci (che di quella risma non è nemmeno il peggiore) dicono cose concepite apposta per far trasalire i benpensanti democratici. E i benpensanti democratici subito trasaliscono, come se fosse lecito pretendere che l’universo mondo si allinei a precetti che sono tanto virtuosi quanto non somministrabili per legge. Quello delle idee è un campo libero, e con l’eccezione delle vere e plateali istigazioni all’odio etnico (quelli che inneggiano ai forni crematori o brindano agli annegamenti in mare), in democrazia tutto il resto è soggetto a una sola legge, che è quella del confronto. Per esempio il commento della Lega («Avanti generale! Avanti insieme! Avanti Italia!») è così ridicolo che si condanna da solo, senza alcun bisogno di scomodare la magistratura.

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