mercoledì 8 novembre 2023

L'Amaca

 

Un bugiardo internazionale
DI MICHELE SERRA
Bugiardo. Scandalosamente bugiardo. Moussa Abu Marzouk, vice capo dell’ala politica di Hamas, mente a proposito del carnaio del 7 ottobre scorso: «Donne, bambini e civili erano esclusi dall’attacco. Quel giorno sono stati uccisi solo militari israeliani». E mente ufficialmente, a viso aperto, parlando alla Bbc. Migliaia di immagini, testimonianze, reportage anche indipendenti lo smentiscono. E per sua sfortuna, ne sono al corrente in tantissimi. Troppi perché Marzouk non passi per quello che è: un bugiardo internazionale.
Mente per l’evidente timore che in seguito a quell’azione genocida le opinioni pubbliche europee, decisive per la causa palestinese, abbiano capito che Hamas appartiene al campo della jihad, non della liberazione di un popolo oppresso. È una differenza (politica, culturale, umana) gigantesca. Molti, nel mondo, si sentono partecipi delle sorti di un popolo spodestato di terre, case, speranze, infine rinchiuso in recinti che niente hanno a che vedere con una patria libera e autodeterminata. Molti meno — a parte i fanatici — possono sentirsi partecipi di un progetto politico e militare che si fonda su una lettura etnico-religiosa di quel conflitto, puri contro impuri, “vero Dio” contro infedeli.
Hamas ama confondere l’una e l’altra cosa — la liberazione di un popolo, il suprematismo religioso — e tenta di approfittare della prima causa, ottima, per accreditare la seconda, pessima.
L’opinione pubblica europea, con tutti i suoi limiti e difetti, è prevalentemente laica. Non ha simpatia per chi uccide nel nome di Dio, sia quello del Corano sia quello della Bibbia. Qualcuno lo spieghi al signor Marzouk.

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