Uno studio sulle lingue nel mondo
Il super poliglotta e i dialetti a rischio Ecco tutti i record
DI LUCIO LUCA
Ziad Fasah è nato a Monrovia, in Liberia, nel 1954. Insegna, ovviamente, lingue in Brasile anche se ha passaporto libanese ed è naturalizzato brasiliano visto che dagli anni Settanta si è trasferito a Porto Alegre con la famiglia. Dal 1991 è stabilmente nel Guinness dei primati come l’uomo che parla più lingue al mondo. Sono addirittura 59 e spaziano dall’inglese all’italiano, dal portoghese al tedesco, dal giapponese al romeno fino al turco, l’olandese e l’arabo. Ma Ziad, che da tempo ha aperto un suo canale su YouTube, è in grado di sostenere conversazioni serrate anche in finlandese, polacco, hindi, cinese e chissà quant’altro. La storia di Fasah è una delle otto che la piattaforma globale per l’apprendimento delle lingue Preply ha scovato per raccontare alcuni tra i più curiosi record linguistici, dal comune con il nome più lungo al dialetto meno parlato fino alla lingua più sensuale.
E così scopriamo che il Paese che conta il maggior numero di lingue ufficiali è la Papua Nuova Guinea, con ben 840 idiomi su un totale di appena 7 milioni di abitanti. Purtroppo molte di queste lingue sono parlate da meno di un migliaio di persone e risultano tra quelle a rischio di estinzione.
Eterno dilemma è quello della lingua più parlata: l’inglese o il cinese? Dipende dai punti di vista anche se a detenere il primato è proprio l’inglese, attualmente utilizzato da circa 1,5 miliardi di persone. Tuttavia, solo per il 15% dei parlanti (373 milioni) rappresenta la prima scelta. Tenendo conto dei madrelingua, infatti, non c’è proprio partita: il mandarino, in Cina, è parlato infatti da qualcosa come 1,1 miliardi di persone. L’italiano, naturalmente, non può competere in questa graduatoria ma conquista ugualmente il mondo. Se Parigi è la città dell’amore, infatti, non è il francese la lingua più sexy del mondo. Il primato se lo aggiudica proprio l’italiano, come dimostra lo studio condotto da Preply che ha stilato la classifica misurando l’aumento della frequenza cardiaca dei partecipanti sottoposti all’ascolto di varie lingue. L’italiano ha registrato un incremento dei battiti al minuto del 23%. Secondo posto per il portoghese (20%), terzo per francese e greco (18%).
Per quanto riguarda i numeri di vocaboli e lettere dell’alfabeto, la lingua che ne ha di più è senza ombra di dubbio l’arabo che vanta più di 12 milioni di parole presenti nel suo lessico. Segue l’inglese, con circa 500 milioni di voci contenute nell’Oxford English Dictionary. La lingua con il numero di vocaboli più ridotto sembra essere il kusunda del Nepal, attualmente parlata fluentemente da una sola persona: appena 150 le parole conosciute. Tra i record linguistici ce ne sono anche di negativi. Come nel caso dell’Australia, il paese con il più alto numero di lingue in pericolo critico: se ne contano infatti 133. L’Italia si trova al 35° posto, con alcune realtà linguistiche da monitorare con attenzione. Tra queste, il triste primato per il dialetto più a rischio, con soli 200 mila parlanti, va al vivaro-alpino, idioma della lingua occitana, parlato a Guardia Piemontese e in alcune valli della zona.
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