L’amaca
Che colore ha la politica
DI MICHELE SERRA
Ho fatto una cosa stravagante. Forse rivoluzionaria. Ho letto per intero l’ormai famigerata intervista concessa da Elly Schlein a Federico Chiara di Vogue. Ho provato a rimettere una frase dentro il suo testo e dentro il suo contesto, una riga dentro le sue pagine. Ho pensato che l’uno per cento di un quadro, se il restante 99 per cento rimane oscurato, non è abbastanza per vedere il quadro.
Non ci crederete, ma l’intervista (lunghissima, interessante e ben scritta) parla poco delle questioni personali di Schlein, e parla molto di politica. In tutti i suoi aspetti. Dice — tra tante altre cose — che per far cessare le guerre tra poveri sarebbe ora di tassare i ricchi (la sintesi è mia), argomento, e non l’unico, che da solo avrebbe meritato molti più titoli di giornale di quanti ne sono stati dedicati al breve cenno della segretaria del Pd alla sua consulente cromatica. Eppure non ricordo uno solo titolo, su mille, che abbia scelto di commentare le opinioni di Schlein sulla politica fiscale.
Dunque tutti, per giorni, abbiamo parlato di giacchette e non di tasse. E pur convenendo che le giacchette sono più divertenti delle tasse, forse qualche domanda su come funzionano, nel nostro Paese, la comunicazione politica e l’informazione sulla politica, dovremmo farcela. A che serve dedicare tempo e attenzione alle domande di un giornalista se già sai che sarà il dettaglio frivolo, il pettegolezzo, il tweet del giorno prima o del giorno dopo, quello che poi arriva all’opinione pubblica? Come possiamo pretendere dai politici che tornino a parlare di politica, se quando poi lo fanno ci concentriamo sul colore dei golfini?
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