sabato 6 agosto 2022

Lo riaffonda

 

PizzaRenzi
di Marco Travaglio
Nel suo ultimo show, Fiorello s’inventa una serie di strane coppie che più strampalate non si può: Mahmood che dialoga con Costanzo, Presley che canta Baglioni, Draghi e Merkel innamorati pazzi. Ma neanche a lui era venuto in mente di associare Pizzarotti e Renzi: un’abbinata, Pizza-Renzi, che sta alla politica come l’impepata di cozze col cappuccino di certi tedeschi sta alla gastronomia. Sembra una battuta, invece è tutto vero: il primo 5Stelle sindaco di capoluogo si allea col più grande insultatore di 5Stelle di tutti i tempi. È vero però che i “grillini” hanno anche questa peculiarità: incapaci, incompetenti, scappati di casa finché restano nel M5S, diventano una via di mezzo fra Einstein e Churchill nell’attimo esatto in cui ne escono. Tant’è che quella di “ex 5Stelle” è una nuova e fiorente professione: basta lasciare il M5S sputando sui propri benefattori e si trovano subito tappeti rossi e porte aperte in tutti i partiti, spazi fissi nei talk, interviste quotidiane sui giornaloni, pompe magne dagli specialisti alla Grasso. Per chi invece resta, o entra, solo insulti e damnatio memoriae: puoi anche aver governato bene per 3 anni, fatto riforme attese da 30, portato a casa 209 miliardi di Recovery, ma resti una pippa.
Cosa accomuni Pizza e Renzi, a parte l’odio per i 5Stelle che non si decidono a morire malgrado le loro macumbe, non è dato sapere. Nel 2016 Pizza faceva campagna per il No alla schiforma Renzi-Boschi “delirante e irresponsabile” e negava il teatro Regio al Comitato del Sì. Poi manifestò contro Renzi per il decreto Sblocca Italia che dava il via libera agli inceneritori. Poi si beccò un avviso di garanzia e fu sbeffeggiato da Renzi. Lasciò il M5S, fondò “Italia in Comune” e iniziò a vagheggiare alleanze a destra e manca a nome di un fantomatico “partito dei sindaci” (mai esistito perché ogni sindaco ha il suo, di partito): col Pd, col Centro, persino col sinistrissimo Diem25 di Varoufakis, ma anche con “Calenda, Zingaretti e Zaia”, poi Bonaccini, Bonino e Bonelli, ultimamente Sala, Letta e persino l’arcinemico Di Maio. Un solo alleato escludeva a priori: “Renzi proprio no, è stato un’occasione sprecata”. Infatti ora Pizza e Renzi convolano a giuste nozze. Non per amore, ma per esclusione: sono gli unici che non vuole nessuno. L’accoppiata, che i due danno ben sopra il 3% e tutti gli altri ben sotto, è così rocciosamente coerente e coesa che elettrizzerà gli astensionisti e gli incerti trascinandoli alle urne. Almeno i pochi non ancora attratti da altre coppie di provata credibilità: Di Maio-Tabacci, Letta-Calenda, Gelmini-Carfagna (ma col Pd), Bonelli-Fratoianni (ancora all’asta). Per non dire delle prossime liste: i Cannibali Vegani e gli Impotenti Trombanti.

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