sabato 2 ottobre 2021

Anto'

 

La bestia manda tutto a puttani per 1.500 euro
di Antonio Padellaro
Eh no, fermi tutti, non è giusto, non ci sto, se poi si scopre che il Carroccio è sul punto di scarrucolare, Matteo Salvini di cappottare, la destra intera di sgrugnarsi, Michetti e Bernardo di inabissarsi (ma ce la fanno benissimo da soli), e tutto perché la famosa, terribile, spietata, ghignante, grugnante Bestia ha il braccino corto, beh allora ditelo che in questo Paese non funziona più niente, neppure i complotti. Sì, c’avevamo fatto la bocca ai torbidi misteri del cascinale di Belfiore, alle tante tessere che non quadrano, alle troppe incongruenze delle indagini, alle versioni contrastanti dei modelli rumeni, al Maghetto Magò della Rete incastrato dai Poteri Fortissimi (oppure dai Servizi, o dai Pupari, o dalla Giustizia a Orologeria, o dalla Spectre, o vai a sapere). Angosciosi ci agitavano gli interrogativi su chi ha portato la bottiglietta con la droga (se poi era davvero droga), e sul quarto uomo che parlava russo (o forse non era russo, o forse non parlava, o forse neppure c’era). Ma soprattutto la bomba che, guarda caso, deflagra a cinque giorni dalle elezioni, cribbio, non ci faceva letteralmente chiudere occhio.
Poi, ieri mattina, leggiamo avidamente le cronache immaginando nuove rivelazioni sulla tentacolare cospirazione, e ci cascano le braccia. Apprendiamo sgomenti che rispetto al prezzo pattuito di quattromila euro (duemilacinquecento versati con regolare bonifico), ai prestatori d’opera non ne sono stati saldati millecinquecento. Che insomma il Guru ha fatto casino, tanto che ne nasce un litigio e quando la pattuglia arriva sul viale alberato del cascinale, i carabinieri “trovano i due romeni e Morisi che urlano” (Repubblica). Purtroppo avete letto bene: “urlano”. Come in una qualsiasi volgare rissa da marciapiede. Come se in quel fatale attimo della storia patria in ballo non ci fossero le sorti del partito di maggioranza relativa, l’immagine adamantina di un leader chino sui problemi del Paese, ma anche la stabilità del governo e la credibilità stessa delle istituzioni. Almeno, ai bei tempi di Villa Certosa l’“utilizzatore finale” Silvio non solo pagava senza fiatare ma accompagnava il dovuto con dei preziosi cadeau. Altro stile. Noi, che pure con Salvini non abbiamo mai legato, non ci sentiremmo di biasimarlo se fosse un tantino irritato con il suo geniale spin doctor. Uno che poteva rovinare la vita a chiunque, e ne ha rovinate parecchie. Uno che girava a bordo di una Maserati Levante. Uno che per millecinquecento euro più Iva ha mandato tutto a puttani.

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