mercoledì 11 novembre 2020

I nodi al pettine

 

Un ottimo articolo sul sito TPI (per leggerlo Cliccate qui ) ha portato alla luce ciò che da decenni in realtà galleggia vergognosamente: la povera e martoriata terra di Calabria, alla mercé di gangli malavitosi organizzati, è sanitariamente in stato comatoso e la pandemia non fa che evidenziarne i terribili sviluppi. 

Decenni di predazioni, in queste lande maggiori rispetto alla media nazionale, in ambito sanitario hanno determinato una situazione al limite della ragione. Asl commissariate per inquietanti inquinamenti mafiosi, risorse che scompaiono nel più tenebroso mistero, ma soprattutto la risposta alla domanda chiave che i sani di mente si auto rivolgono periodicamente: esiste ancora in Calabria la legalità, lo Stato? 

Periodicamente quelle terre, come le campane, le sicule, le pugliesi, divengono oggetto di innamoramento, essendo bacini di voti privilegiati, in quanto facilmente indirizzabili. Con questo non voglio assolutamente affermare che il popolo del sud sia babbano e senza spina dorsale; assolutamente no. Ma il frutto di una collusione con il malaffare, con la guerra stravinta dalla malavita organizzata nei confronti della cultura, dell'educazione civica, del senso di appartenenza ad una nazione, permise e permette che la normale amministrazione del bene pubblico venga affossata dai principi cardini dello stato alternativo, quelli che mantengono le famiglie private di un suo componente per carcerazioni frutto di delitti ben noti, quelli che agevolano minorenni ad attività malavitose ben remunerate, quelli che dello stile di vita narrato da molti film ne hanno fatto bandiera. E la Sanità è il salvadanaio pubblico, a disposizione di pochi, le risorse che dovrebbero permettere una decente organizzazione medica vengono sistematicamente deviate verso l'affarismo mafioso. 

La ciliegina sulla torta è posizionare sulla cuspide dirigenziale, omuncoli incapaci e alla deriva culturalmente, guardatevi il filmato di Rai 3 sul poveretto scoprente doveri organizzativi prima sconosciuti. 

Terra di Calabria, terra dolorante, sonnacchiosa, lenta ad agire e a comprendere la gravità dell'affossamento del senso di appartenenza alla Nazione comune, popolo fiero, dignitoso, gravato dai problemi che sappiamo: la speranza è che vi sia al più presto il ritorno dentro il recinto istituzionale, con allontanamenti di corrotti e vigliacchi, fermo restando che, essendo un processo culturale, occorreranno anni di fatica per rivedere finalmente le stelle. Ma la compartecipazione di tutti, renderebbe questo basilare passaggio, meno gravoso.    

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