domenica 8 novembre 2020

Amaca

 Il bugiardo sbugiardato

di Michele Serra
Il giornalista che, dallo studio, riprende la linea mente il presidente del suo Paese sta parlando in diretta, e spiega di sentirsi obbligato a farlo perché “sta dicendo il falso”, e gli leva la parola di fronte a milioni di americani e, in pochi minuti, di fronte al mondo, beh, è una cosa mai vista e mai sentita prima, ed è una pagina storica. Tornano in mente le decine, centinaia, migliaia di volte che sentendo pronunciare in televisione un balla sfrontata, insopportabile, ci siamo domandati perché mai il conduttore non intervenisse, facendo la figura, triste, del reggimicrofono.
Le opinioni non si censurano, ma le menzogne sì. E tra un’opinione e una menzogna non è impossibile stabilire la differenza. Se uno dice “non mi piace il giovedì”, ovviamente è liberissimo di farlo. Ma se uno, di giovedì, dice “oggi è lunedì”, no, non è libero di farlo, quantomeno in uno spazio pubblico. Gli deve essere detto: guardi che si sbaglia, oggi è proprio giovedì. Che a lei piaccia o no: questo è un giovedì.
Donald Trump è un bugiardo seriale, un bugiardo conclamato e fino a qui è stato un bugiardo impunito. Ha potuto mentire con una certa libertà, salvo qualche tardivo oscuramento dai gestori dei social, imbattibili nella chiusura delle stalle dopo che i buoi sono scappati. Il giornalista che gli leva la parola perché quella parola è infetta, veleno per la verità e dunque veleno per la libertà, porta sollievo a chi stava perdendo ogni speranza che il dibattito pubblico potesse recuperare un poco di dignità e un poco di credibilità. Oggi è domenica, ragazzi. Ed è domenica per tutti.

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