lunedì 23 novembre 2020

Ritornano le canaglie

 


No, non se ne erano andate mai via, le canaglie anacronistiche di questi tempi folli e spietati! Latrano nuovamente, non contenti dei morti causati dall'agghiacciante menefreghismo estivo. E allora prorompo in un fantasmagorico Vaffanculo, verso chi ancora non ha compreso la gravità, l'inaudita gravità di questo periodo di merda che continuiamo e continueremo a vivere per chissà quanto. 

Settecento, seicento, cinquecento morti al giorno non scalfiscono le canaglie ingolosite solo ed esclusivamente di rimpinzarsi le già stracolme tasche, non frenano i fragnaccioni di lindo vestiti che smaniano di ostentare, di divaricare le festività nelle amene località esclusive. 

Non frega un cazzo a nessuno in questa terra martoriata, destabilizzata, rimbambita, dell'enorme strage pandemica. Come se non sapessero queste canaglie che non conta un cazzo che sulle piste da sci ci sia il distanziamento. Loro sanno che il virus non aspetta altro di incontrare umani nei rifugi, bastardi lo sapete cosa vuol dire ritrovarsi in un rifugio che se uno si è sparato due grappini ti tanfa e alcolizza anche te, visto la vicinanza nei cessi, ad aspettare il pranzo, e poi nelle vie della serata defaticante, vuoi non aprire i bar per l'aperitivo mortacci loro? Vuoi non andare a cena, stramortacci loro? 

Hanno rotto i coglioni questi nauseanti pagliacci del nulla! La stagione è persa, stop! Riceveranno gli aiuti come quelli dati ai bar e ai ristoranti, in base... in base... alla dichiarazione dell'anno precedente.... e qui mi fermo!!!

E basta anche col diritto a trascorrere il Natale andando per acquisti. Se si potrà fare bene! Altrimenti rinunceremo pure a quello! E i cenoni e le feste! E basta! Chiudete gli occhi ed immaginate una fila di bare di un chilometro, un chilometro! Quelli più o meno sono 500 morti. Ogni giorno! E le terapie intensive stracolme! 

Avete rotto le palle! L'insana voglia di ritorno a quella anormalità spacciata per normalità, come se Covid fosse un ricordo, ci costringerebbe a richiuderci nuovamente in casa a gennaio. Con le palle di natale attorcigliate al collo, la sciolina spalmata nel fondoschiena e il puntale... già il puntale! Buone feste pandemiche! E Jingle Bells!

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