Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
lunedì 23 settembre 2019
Nella vita?
C'è un articolo oggi su Repubblica che definire sconquassante è poco, molto poco. Una famiglia con due figli in carozzina colpiti da una rara forma di Sla. La madre pronuncia delle frasi che in primo acchito sembrano essere agghiaccianti: quando i figli, entrambi laureati, lo decideranno, li porterà a morire.
Terreno minato questo, scivoloso, facilmente introducente nell'ovvietà, nella retorica.
Ho frequentato, con somma gioia, in anni addietro, oramai lontani, un'associazione di amici nel volontariato più schietto, l'Associazione ecclesiale "Gruppo Padre Alfonso" di La Spezia. Ho vissuto momenti incredibili, conoscendo persone speciali, ho ricevuto tanto, tanto, constatando l'indicibile: partecipavo per aiutare, ricevevo aiuti e sostegni, crescita personale, cento volte tanto il mio miserrimo apporto fisico.
E' un mistero questo e solo chi lo ha vissuto può comprenderlo appieno.
Pullulano attorno al mondo dei diversamente abili una serie di indicibili dubbi: fino a dove si può spingere il volontariato e come si possa arginare l'intento lucroso di molti.
Parlando con genitori, fratelli, sorelle di persone diversamente abili, ho sempre constatato un'amara verità: molti sognano di vedere i propri figli andarsene prima di loro stessi. Per un'innata e a volte giustificata sfiducia negli apparati destinati a prendersi cura un domani di coloro che sono in apparente difficoltà.
Tremendo, spiazzante, stordente motivo questo. Vorrei essere più preciso: ci sono realtà assistenziali nelle quali, pur ricevendo denari in grandi quantità pro assistito, si tende a stordire, grazie alle famigerate "goccine" gli ospiti delle strutture al fine di renderli inermi, immoti, assuefatti e non in grado di, perdonate l'eufemismo, rompere i coglioni ai pochi assistenti professionali, pagati poco e trattati peggio.
Nelle fabbriche di denari che chiamiamo case d'accoglienza, c'è sempre la presenza di un medico, il più delle volte in pensione. Chi dovrebbe controllare la vita del centro ospitante, il più delle volte fa finta di non vedere le gravi mancanze attuate per insonorizzare urla e gestualità irritanti, nevroticamente in grado di sconquassare chi sogna una notte serena.
Ogni persona comunica, gesticola secondo quanto madre natura gli mette a disposizione. Se in apparenza una persona in difficoltà non appare normodotato, lo è sicuramente nel rapporto interpersonale. Occorre però prestare orecchio e cuore per intrecciare e far sgorgare un'amicizia, una solida e mai banale amicizia. Scoprire le profondità dell'animo nell'altro rappresenta un cammeo attualmente sempre più difficile da scorgere, impegnati, io per primo, come siamo ad adulare lo smartphone. Ma se per caso, per fortuna o per grazia riesci a far entrare un tuo simile con apparenti diversità nel tuo animo, ciò che nasce, che cresce, che si sviluppa rappresenterà una sconvolgente cascata di effluivi sulla tua coscienza ferruginosa, impegnata a correre chissà dove e per cosa.
Ho scritto questo enorme preambolo per ritornare alla notizia di oggi con tutti i parametri controllati, al fine di non dire sciocchezze. E non dirò nulla in merito. La vittoria per me e per chi sarà d'accordo è di fare silenzio attorno alle parole della madre, del padre, ai segni comunicativi dei figli. Un silenzio meditativo, contemplativo, illuminante sulle vite di tante madri, di padri, di fratelli, di sorelle consumate in un servizio d'amore, nascosto, riservato, sfiancante, in grado di farti dimenticare parole quali riposo, vacanza, feste con gli amici. Davanti all'apparente illogicità di situazioni velate ma reali occorre, come detto, riflettere, ruminare, domandarsi e interrogarsi attorno agli scopi, ai traguardi, alla realtà non macchiata dall'esteriorità. Silenzio e riflessione. Grati di sapere che attorno a noi vivono, e non vegetano, splendidi esseri umani.
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