venerdì 20 settembre 2019

Chi?


Guardate questo stanco volto. Dai dite la verità! Quanti di voi lo riconoscono? Ebbene questo signore, Riccardo Nencini (Manzoni lo avrebbe sicuramente sostituito a Carneade) è la chiave, la soluzione, l'architrave che permetterà al Bomba di avere un suo gruppo al senato con la nuova compagnia d'avanspettacolo "Italia viva". 
Perché Nencini, riconoscibile con difficoltà pure da affermati parlamentaristi alla Sardoni, è il factotum del Partito Socialista Italiano, si, si esiste ancora! Nencini fa da segretario, da senatore, da votante (forse lo votano anche in famiglia), da segretario inteso come aprente le poche buste che arrivano a suo nome, da autista e pure da giardiniere della forza (si fa per dire) politica sopravvissuta alle scorribande craxiane (e del Topastro che, scansate le tegole, adesso si sollazza tra pensioni e stipendio da giudice della Consulta, guarda come cazzo va il destino!) 
Nencini quindi permette al Pifferaio Tragico di poter avere un suo gruppo al Senato, evitando di confluire nel gruppo misto (il mix di frattaglie che percepisce stipendioni senza identità né arte)
Nasce infatti il "Gruppo Partito Socialista - Italia viva" (sai che culo si dice tra i normodotati) in cui confluiranno Davide Faraone, probabile capogruppo (ri-sai che culo!) e altri nani politichesi seguaci dell'Oracolo Stonato rignanese. Tra questi anche la prima crepa, il forellino, l'antipasto della grande ecatombe della ragione: Donatella Conzatti, transfuga dall'azienda camuffata da partito di proprietà del pregiudicato, con Forza davanti per Viva dietro, ovverosia l'esodo dal centrodestra di dipendenti dell'erotomane che avvistano un lido simile ai loro intenti nell'avanspettacolo del Sor Fanfara, il ras dell'Era del Ballismo ora dedito al rifacimento di un qualcosa di digeribile per il suo fantasmagorico ego sempre a caccia di risorse per aumentare di volume e mai di spessore. 
E per ciliegina finale, alla Camera, tornerà in Power come capogruppo colei che racchiude il vademecum della visibilità, dell'esserci come scuola di vita, l'onnivora dello status, il dizionario della vanità. Si, avete capito bene! Non può essere che lei, Madame Etruria, scalpitante come Remorex tra i canapi senesi al primo rivolo di ritrovato potere, medicamento senza rivali per la sua pervicace, immarcescibile voglia di primeggiare. Ecco dunque ritornare tra noi, e non ne sentivamo assolutamente la mancanza, il duo che ai tempi spergiurò di lasciare il proscenio in caso di sconfitta referendaria, rivelatasi poi, al solito, balla, balla immensa, linfa vitale per questo grande circo ritrovato, prossimo ad essere illuminato, rifocillato, dalle ottobrine fregnacce di leopoldiana memoria. Clap clap clap! Braviii! Bis!  

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