sabato 2 dicembre 2017

Ruota che gira


Stacchi il penultimo foglio del calendario ed apparendo dicembre, inizia la solita giostra augurante chissà cosa! 
Confesso che non me l'aspettavo: entrato nell'atrio del portone, attendo l'ascensore, che non dovrei prendere perché fare le scale a piedi è un toccasana ed io, imperterrito, rimando l'ascesa faticosa al giorno dopo, da circa una ventina d'anni; una volta apertasi la porta ecco comparire una signora che abita nello stesso stabile, non so in quale piano, la quale, inopinatamente, forse ammaestrata da Frate Indovino, pronuncia la fatidica frase: "Buonasera e auguri di Buon Natale!"
Preso alla sprovvista, facendo mente locale, più che locale direi dalla rapidità un accelerato fermante in tutte le stazioni compresa Ca' dei Boschetti, interrogando i miei neuroni che sbadatamente ancora mi portavano a pensare all'autunno, alle foglie cascanti, alle castagne, cogito sommariamente la risposta, rispolverando il callifugo per ogni circostanza, eccetto le funeree: "Grazie, altrettanto!"
Altrettanto: -nella stessa misura di quanto precedentemente enunciato- recita il Devoto - Oli; con quell'"altrettanto" scompaiono i rischi collegati all'impreparazione labiale, alla sbadataggine di cui sono portatore sano. 
Riflettendo sulla signora devo ammettere che oltre al saluto nell'androne mai abbiamo tra noi colloquiato, né sono stato quasi mai compagno di salita ai relativi piani, deducendo da ciò che la mia coinquilina abbia attivato il disco neuronale omaggiante di buone feste chicchessia, senza distinzioni di sorta. 
Come il ghiacciolo cercato sul lido infuocato nel meriggio estivo, la buona educazione impone di aggiungere in questo mese finale, la formula ossessionante, il compendio del menefreghismo mascherato, condensato nel sottostare al diktat richiedente bontà in ogni dove, specie tra simili, per una serenità a volte mascherata, ponente in temporaneo oblio le nostre incazzature eterne, l'arrampicata faticosa tra bollette e scadenze, tra rimorsi ed invidie, tra un "quanto mi sta sulle palle questo/a" e "guarda quel bastardo! Ma come fa a permettersi il lusso che ostenta?"
Detto questo riaffermo claramente la mia insofferenza davanti a tutto quanto sia falso, subdolo, adulterato; sarà la canizie avanzante, saranno le mie puntigliose osservazione degli altri nel resto dell'anno, ma la pioggia di auguri in arrivo mi sta proprio sulle palle! E cercherò di evitarla come potrò, magari cambiando repentinamente strada alla vista in lontananza di uno smanioso "jingle bells", fingendo un'urgenza inaspettata nel caso fossi arpionato dai vaganti festanti, oppure insufflando nel trepidante babbo natale un dubbio circa la mia stabilità psichica, emergente dai risolini, dalle frasi sconnesse che gli appiopperò al fine di liberarmi da cotanto scassamentodimaroni!
Occorrerà senz'altro un'attenta analisi di ciò che i diversamente auguranti diranno durante questo mese, al fine di non incappare in figuracce epiche del tipo che alla domanda "scusi ma da lei sono accesi i caloriferi?", io risponda "Grazie, altrettanto!" - evitando alterchi e litigi condominiali. 
Che poi oltre alla psoriasi dell'augurio, ne sto avvistando un'altra ben peggiore, che domani vi descriverò. Per intenderci: non so se a voi creano movimenti diarroici frasi del tipo "cosa abbiamo regalato lo scorso anno allo zio Edmondo?" 

(1-continua)

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