Già l'immaginazione! Se ne è andata da un pezzo da questo sasso tondo, una grave e mai compresa perdita per noi Sapiens, la dipartita di GigiRiva, che bisogna scriverlo così tutto attaccato, la certifica al meglio: quei pomeriggi di noi ragazzi di quegli anni, sensazioni difficilmente trasmissibili ai fulminei polpastrelli velocissimi d'oggi, il galoppo in cervice scatenato dalla voce arroccata, inusuale, quasi assurda di Sandro Ciotti che interrompeva Enrico con la madre di tutte le eteree frasi "Scusa Ameri, ha segnato GigiRiva!" e tu pronto a scatenare l'inferno per immaginare l'ennesimo gol del Campione, in un mondo diverso, socialmente differente, con quel gracchio di radioline tutte allineate in coclea in riva al mare, in montagna, nei bus, per strada, alla stessa ora perché non esisteva per fortuna lo spalmare pro-grana, non si poteva vedere nulla prima di Valenti e la sua tribù attorno alle 18 e poi un solo tempo di un'unica partita, prima del materializzarsi dell'Immaginazione alle 20 sul secondo canale, fino ad estasiarsi sul primo con Pigna e soci nella liturgica Domenica Sportiva. Stessa prassi questa del ricordo, simile al papà che ti raccontava di un certo Nicolò Carosio e delle sue radiocronache senza alcuna immagine, a beneficio dell'Immaginario, a quei tempi fortissimo e non atrofizzato com'è oggi, tant'è che madre evoluzione prima o poi leverà lo schermo privato, inutilizzato com'è.
L'Immaginazione che ancora per fortuna qualcuno possiede, ti porta in semplicità con notizie come l'addio di GigiRiva, ad intravedere la propria posizione sul treno della vita, attualmente sono colui che guarda il posizionamento dei bagagli nel retino sopra testa, perché la stazione sta arrivando, hai voglia di siliconarti, e bisogna scendere, come ieri ha fatto GigiRiva, un diodo della nostra Immaginazione, un fulcro essenziale per rivangare anni lontani cercando di trasmettere qualcosa soavemente alleggerita dalla semplicità di gesti socializzanti in grado di collocarci nel posto giusto, vaccinandoci contro la smania di apparire, male oscuro questo, che GigiRiva ha debellato da sé stesso, impregnandosi di silenzio, silenzio parlante, silenzio rombante, Tuono per coscienze rattrappite.
GigiRiva si porta via la fragranza del proiettore interno capace di catapultarci in nano secondi al suo fianco nei prati freschi di quei tempi ad ascoltare il suo Rombo, senza fronzoli, nani, ballerine, ovvietà, scocciature mediatiche, procuratori, ignavi grondanti ovvietà, angolazioni, var, partite all'ora di pranzo, coglioni insipidi, conigli umidi, orchi fagocitanti grana, arabi fischianti la memoria di GigiRiva perché il silenzio a casa loro non si fa, e vaffanculo a tutti voi spiaggiati e cammellieri a cui qualche idiota nostrano ha concesso il torneuccio senza gloria!
Scusa GigiRiva mi son fatto prendere dalla rabbia, mentre è il silenzio che dovrei coltivare, fortificandomi prima di scendere dal treno, possibilmente con dignità. Come hai fatto tu ieri, Rombo di Tuono!
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