La comicità del male
DI MICHELE SERRA
Se non avete visto la serie di “travestimenti” di Prigozhin sortita da un suo covo, o sede aziendale (difficile stabilirlo: è al tempo stesso un criminale e un business man), vi prego fatelo. Nemmeno Corrado Guzzanti, nemmeno l’ispettore Clouseau avrebbero saputo essere così infinitamente comici.
Essendo i russi la fonte che ha prodotto quelle immagini, frutto di una perquisizione, è anche possibile che si tratti di un falso, o di una forzatura. Ma il risultato cambia di poco, la guerra e la morte diventano in ogni modo unapochade , un capo feroce e senza scrupoli sembra un guitto internazionale (anche senza bisogno di travestirsi, del resto, tale appare, nelle immagini, il capoccia ceceno Kadyrov, che ha la barba vera ma sembra finta).
Stiamo parlando di persone con le mani lorde di sangue, e non è una metafora.
Degli scannatori di esseri umani che se la passano da grandi condottieri – e chissà quanti grandi condottieri questo furono: scannatori di esseri umani. Eppure l’implacabilità del ridicolo li bracca come un’ombra (la loro ombra) e infine li raggiunge ovunque si nascondano, la faccia feroce diventa in un attimo una variante del buffo, il ghigno spietato sembra fatto per un casting del Grand Guignol.
Non i missili nemici, non i servizi segreti, non gli avvelenamenti, non la giustizia divina (opzione purtroppo molto vaga) devono temere questi maschioni di guerra e di potere. Sarà la loro ridicolaggine a raggiungerli e stanarli, travestiti da cattivo in fuga. Una risata li seppellirà e non sarà neanche la loro.
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