martedì 21 febbraio 2023

Finalmente qualcuno!

 

A Zelensky unificati
di Marco Travaglio
Domenica il Tg1 intervistava in esclusiva Zelensky. Ieri il Corriere intervistava in esclusiva Zelensky. Invece Repubblica aveva un’intervista esclusiva a Zelensky uguale a quella del Corriere. Il Sole 24 ore, per distinguersi, aveva un’intervista esclusiva a Zelensky uguale a quelle di Corriere e Rep. Viceversa La Stampa aveva una sintesi delle interviste esclusive di Corriere, Rep e Sole degradate a “conferenza stampa”. Dal canto suo, il Messaggero aveva ampi stralci del verbo di Zelensky “ai giornalisti italiani”. Al contrario Libero aveva il meglio (si fa per dire) delle interviste di Tg1 e Corriere. Noi, non facendo parte del Giornale Unico, abbiamo come il sospetto che l’Intervista Unica l’abbiano letta in pochi, perché Zelensky ripete sempre tre concetti: “Armi, armi, armi”. Il che, per il presidente di un Paese che da 12 mesi si difende dalla brutale aggressione russa, è comprensibile. Ma non esime gli intervistatori dal dovere di porre domande: sennò basta Amadeus. E di cose da chiedergli, da amici e fornitori d’armi, dovremmo averne parecchie.
1) Come può pensare Zelensky di entrare nell’Ue tenendo fuorilegge gli 11 partiti di opposizione? 
2) Nei giorni pari ci comunica che la Russia ha perso la guerra, ha finito missili e munizioni, le sue truppe sono in ritirata, Putin forse è già morto; e in quelli dispari annuncia che i russi sono pronti a sferrare una devastante offensiva con 3-500 mila nuovi soldati e un massiccio impiego di aviazione, ragion per cui Kiev necessita subito di tank, jet, sommergibili e no fly zone, altrimenti Putin stravince. Come stanno effettivamente le cose, anche alla luce delle stime del generale Usa Mark Milley, secondo cui l’Ucraina non può riconquistare le regioni occupate? 
3) Perché Kiev vieta a 8 reporter italiani di fare il loro lavoro in Donbass? 
4) Il Pentagono accusa il suo governo di aver ucciso a Mosca con un’autobomba Darya Dugina, figlia 29enne del filosofo putiniano: che c’entra quell’atto terroristico col diritto all’autodifesa? 
5) Perché, pur sapendo per primo che il missile caduto in Polonia il 15 novembre era ucraino, ripeté per tre giorni che era russo anche dopo le smentite di Duda e Biden, incitando la Nato a scatenare la terza guerra mondiale? 
6) In questi 12 mesi si è detto più volte pronto a negoziare con Putin un compromesso che escludesse la Crimea e includesse la neutralità dell’Ucraina e l’autonomia del Donbass; poi il 4 ottobre ha vietato per decreto ogni negoziato con Putin: chi o cosa gli ha fatto cambiare idea? E dopo quanti morti (siamo a 300 mila) deciderà di riparlarne? A queste domande leggeremmo volentieri le risposte. Ma abbiamo come il sospetto che le regole d’ingaggio prevedano solo interviste senza domande.

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