I trentasette chilometri che mi separano dal lavoro, a volte sono costellati di incontri atipici, vedasi la nuvoletta dell'impiegato del mai dimenticato Ugo Fantozzi, con l'unica differenza che sono dotate di ruote. Di questi tempi al mattino la circolazione è blanda, quasi desertica ma, in alcuni rettilinei, avvisto con crescente disappunto, delle utilitarie guidate da anomali umani, e badate bene: non mi riferisco al classico anziano munito di cappello, no! Alcuni sono di mezza età, altri giovani, con la medesima proprietà intrinseca, quella di farmi incazzare oltremodo per l'eccesso di lentezza. Li avvisti subito da lontano, sono quelli che andando a 50 Km all'ora frenano in curve ampie, quasi andassero su binari ed avessero il timore di deragliare. Non sono un velocista esasperato, ritengo però che in determinate condizioni si possa eccedere non oltre i 70 chiaramente! Ma loro invece tendono a rallentare già andando a velocità facilmente superabili da Ape o da trattori, e sembrano essere messi lì apposta per romperti gli zebedei quando invece potresti rilassarti. Ed un'altra peculiarità mi tende a far credere che esista un piano preordinato per innervosirti: una volta che la tartaruga su ruota mette la freccia per cambiare strada, facendoti rallegrare per la scelta, convincendoti pure che nella direzione da loro prescelta ci sia la meta in cui appena un attimo prima li hai invitati ad andare, quasi subito in un batter d'occhio ecco presentarsi un altro collega dei precedenti appena sfanculati; lo vedi immettersi da lontano con quel movimento proprio dei bradipi, con i tergicristalli attivati pur se la palla infuocata splenda imperterrita in cielo, con le luci posteriori che ad intermittenza s'illuminano di melenso, a causa di un'impercettibile, millimetrica, piegatura del manto asfaltato, ed in genere quelle scatole sonnecchiose con ruote emettono miasmi di pura benzina neppure lontanamente bruciata dagli oziosi lor pistoni, appisolati come sono sull'albero di camme e riscaldati dal rossore dei freni, sottoposti ad uno stress riscontrabile nel Rally di Montecarlo, pur ad un centesimo di velocità. Comprendo la loro rilassatezza, visto che per recarsi ad una cena a pochi isolati dalle loro abitazioni si mettono in marcia sul far del mattino; accetto pure il loro rilassamento, la pigrizia pregnante l'abitacolo, immagino i loro pensieri moviolati, l'apatia che si è impossessata delle loro anime, tutto rispetto, ci mancherebbe! Chiedo però a codesti placidi al volante di concentrarsi ogni tanto sul fatto certo e confermato, che dietro di loro è tutto un "va a dar via i ciapp!"
Wroom Wroom!
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