Dunque la rassegnazione la sta facendo da padrona, lo sgomento pure, per non parlare della nausea: si stanno azzuffando per il solito leitmotiv ultradecennale, surrogato del commisto malsano tra potere e malaffare, noncuranti della catastrofe immane già assassina di sessantamila connazionali. Cruna dell'ago, sofismi, miasmi, cicalecci, sotterfugi, tresche, capestri, arzigogoli issati ad hoc per il fine comune, la ripresa del tanto amato e mai dimenticato "volemose bene". Tra loro ed il traguardo rimangono solo alcuni scapestrati guidati da un uomo per bene, sicuro di sé, forse troppo, fedele all'impegno per una nazione migliore e soprattutto più pulita, ma si, forse è chiedere troppo visto l'accerchiamento pedissequo, l'attacco smodato, continuo, determinato anche in giorni di lutto come questi, il tentar follemente di affossare un'idea, un cammino lontano e distinto dai soliti giochini del mai depauperato establishment, un sogno incrinato del poter garantire a chi verrà di respirare aria salubre, disinfettata.
Ed invece probabilmente non accadrà nulla, menti occluse si stanno adoperando per ritornare al solito mercanteggio di potere, dei famigerati "do ut des" blasoni per quella politica di sangue e merda che ha reso la nazione al servizio di pochi, scellerati e pochi.
Non ci resta che piangere ed assistere all'ennesimo teatrino con saltimbanchi datati ma potenzialmente ancora dannosi, non ci resta che udire i dorati discorsi di chi spera, e forse riuscirà, di inchiappettarci ancora, per l'ennesima volta, dietro ai soliti paraventi tipo "è l'ora dei sacrifici per tutti" - "ce lo chiede l'Europa" - "incentivare il sistema industriale, vera fucina di benessere per tutti" - "per il bene del paese" etc.
Il governo probabilmente non cadrà ma dovrà scendere a patti con energumeni statici e granitici, pronti ad espletare la loro migliore arma onnivora, capace di trasformarli in monarchici o in terrapiattisti in un batter d'occhio, purché portino potere e privilegi per loro e per i loro scuderi, pennivendoli compresi.
Se la politica è arte dello scendere a patti, l'attuale pandemico momento aveva bisogno di altro e non di ciò, visto i lobbistici ed immensi egoismi di pochi sull'interesse comune. Sapranno ripresentarsi come hanno saputo sempre fare, smanieranno di salire festanti sulla mai dimenticata giostra, per l'ultimo giro.
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