Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
mercoledì 31 luglio 2019
Ciao Nene!
martedì 30 luglio 2019
Chiarificazione
lunedì 29 luglio 2019
Nel paese dei cachi
Se nelle nostre lande, da tempo immemore al servizio di loro maestà, accade un evento terribile, un assassinio di un carabiniere per mano di un diciannovenne tossico americano, alla luce del passato pregno di fatti riprovevoli tipo la tragedia del Cermis del 1998 dove morirono venti persone con i quattro militari americani autori della strage con il loro aereo che vennero subito rimpatriati e dopo un processo farsa, sono scomparsi dai nostri radar, oppure la vicenda altresì ignobile di Amanda Knox, per carità assolta ma resta pur sempre la domandina di chi abbia ucciso la povera Meredith, forse il destino o un fulmine chissà, insomma: alla luce di eventi precedenti fermo restando il nostro grazie eterno per la liberazione dai nazisti, si tocca con mano la sudditanza che da sempre abbiamo nei confronti degli "amerigani"
E la vicenda di questi giorni rischia di finire, al solito, in commedia. In questo paese dove un capo camorra da quarant'anni dietro le sbarre, Cutolo, dichiara che al tempo del sequestro Moro indicò ai democristiani di allora il luogo dove lo statista era tenuto prigioniero, sentendosi rispondere da Antonio Gava di farsi gli affaracci propri, che volete che ci voglia a cercare di annullare, svanire, liofilizzare le prove certe dell'assassinio con atti tanto idioti da suscitare il sospetto che siano guidati da menti a stelle e strisce?
Si ordina ad un carabiniere di scattare una foto da brividi, uno dei ragazzi al commissariato bendato con sciarpa. Si divulga l'immagine, i media americani scattano come furie, l'autore dello scatto viene sanzionato, allontanato dal servizio operativo e, in attesa che passi la giusta costernazione collettiva per l'efferato delitto, si attende che le acque si calmino per invalidare le prove e chiedere l'estradizione. Pochi mesi e dei due sciagurati assassini non rimarrà che il cadavere del povero carabiniere.
Arriveranno gli avvocatoni statunitensi, i fori amerigani già scalpitano, e si porteranno a casa questi bambocci intrisi di droghe, figli di riccastri potenti quanto basta per annullare giustizia e decoro. La penso così, spero di sbagliarmi; il tempo al solito ci dirà quanto spessore avrà la nostra dignità e conseguentemente quanto sarà giusta la pena per quei due idioti senza alcun segno di umanità.
Zak!
domenica 28 luglio 2019
Timori rasserenati
L’urlo agghiacciante, che permeò l’azienda, allontanò a molti progetti di un rilassato week end, già a quell’ora di quell’infausto venerdì, in fase di rullaggio. L’amministratore della nota industria di lamette si diresse a denti digrignati nella stanza del direttore di produzione e la successiva mossa, chiudere la porta, risultò nei fatti manovra inutile quasi come quella di sentire una prolusione sulla carità per bocca, solo bocca, di uno dei tanti cardinaloni di paonazzo vestiti.
<Avete fatto una cazzata immane, razza di coglioni! Avete messo in distribuzione il prototipo di lametta eterna! Come cazzo è stato possibile! Ti rendi conto del dramma? Abbiamo immesso nel mercato centodieci prototipi di ricambi che dai test risultano ancora efficienti dopo oltre mille rasature! Idioti!>
<Ricordi cosa ti dissi a suo tempo? Non produciamole con lo stesso colore delle altre. Ma non mi sei stato a sentire!>
<Che cazzo vuoi dire? Che è colpa mia? Quei ricambi mai e poi mai andavano inseriti nella distribuzione, pirla! E adesso che facciamo? Ti rendi conto del guaio grosso, enorme che hai provocato? Come se il mio amico (omissis) della multinazionale farmaceutica (omissis) mettesse sul mercato i medicinali risananti definitivamente alcune grandi e remunerative malattie!>
<Perché esistono davvero?>
<Certo che esistono, cosa pensi che la ricerca si sia fermata? Ci sono ritrovati che potrebbero togliere di mezzo sofferenze, annullare cure lunghe e a volte infauste. Ma rimangono nei bunker. Hanno calcolato che dopo un rialzo stratosferico i bilanci alla lunga scenderebbero, il lucro svanirebbe, le azioni crollerebbero. Non gli passa neanche per l’anticamera del cervello di commercializzarle. E fanno bene cazzo! Il motore è il business non altro!>
<Ma è una cosa terribile questa!>
<Di terribile a questo mondo c’è soltanto la chiusura dei bilanci in passivo! Ma veniamo a noi: come pensi di rimediare a questa cazzata?>
<Non ti preoccupare! Sai bene con chi abbiamo a che fare! Fossero delle mucche o delle capre ci sarebbe da temere. Ma loro no, sono malleabili più della creta! Faccio partire subito una campagna pubblicitaria in cui informiamo che dopo la quinta rasatura se si riconsegnano i ricambi utilizzati si otterrà uno sconto del 30% sul prodotto nuovo. Chiamo quell’attore con la faccia tanto buona che fa sempre parti positive, come si chiama.. ah si! (omissis) che in realtà è una iena da tanta arsura monetaria ha in corpo, gli faccio fare due mesi di spot e tranquillo, tra meno di sei mesi riavremo i prototipi.>
<Ma così facendo rompiamo l’accordo commerciale con i concorrenti!>
<Nessun problema. A loro dico che abbiamo tante giacenze e che al prossimo Natale gli concederemo più spazio, alzando i nostri prezzi. Non ti preoccupare. Ma dimmi di nuovo dei farmaci: davvero hanno il coraggio di fare questo? Non pensano alle vite umane?>
<Ma che gliene importa! Le scoperte, i miglioramenti, ovunque, in ogni campo devono tendere a far guadagnare di più, altrimenti rimangono nel cassetto. Senza nessuna remora e rimorso. Sapessi quanti miglioramenti rimangono congelati per non inficiare i bilanci! Guarda noi, nel nostro piccolo: potremmo presentare la lametta eterna, quadruplicare le entrate! E poi tra cinque anni, che si va a fare? Apriamo una ditta di coni gelato? Dai datti da fare i riportami i prototipi! E non spendere tanto. Lo sai come sono: con qualche ninnolo li pascoliamo come al solito, tosandoli alla grande!>
Incredulità
sabato 27 luglio 2019
Messaggio pluviale
Gruberando
venerdì 26 luglio 2019
Finalmente!
Sapevatelo!
giovedì 25 luglio 2019
E poi per fortuna c'è lei!
In questa cloaca irta e pregna di nefandezze, errori epocali, grettezze, improvvisazioni, capovolgimenti della ragione al punto che gli antichi padri riposanti all'ombra dei salici staran pensando seriamente al cambio di nazionalità, dove un ministro palesemente bugiardo, smascherato dal suo Premier in qualsiasi altro paese si sarebbe già dimesso e, fosse stato nipponico, avrebbe pure pensato al lavacro dell'harakiri, dove un bibitaro assurto a capo politico di un movimento agisce e cogita inversamente proporzionalmente alla buona politica, in questo marasma di sciatterie per fortuna ecco apparire colei che per investitura dell'Olimpo da sempre appare a moltissimi come la materializzazione dell'inettitudine:
Locale ma per tutti
mercoledì 24 luglio 2019
Aria nuova!
Ma si dai!
Leggiamocelo! Leggiamoci questo articolone al sapor di gruberismo o gianninismo del grande Claudio Tito di Repubblica!
Spontaneamente
Mi nasce spontanea dal cuore, irrefrenabile, una domandina semplice semplice riguardo ad Afef, della quale naturalmente non mi frega nulla: dopo diciassette anni passati con il Tronchetto Provera della felicità, la bella ex modella ha deciso di convolare a nozze con questo signore nuovamente attempato, fisico da fiasco di vino da cantina di campagna, al secolo Alessandro Del Bono.
La domandina, pur partendo dal concetto che al cuor non si comanda, è come mai Afef s'invaghisce sempre di uomini con una caratteristica peculiare. Del Bono infatti non è un saldatore navale, né un muratore edile; è a capo di un colosso farmaceutico.
Afef, non sarà che guardi prima il lato B (inteso come parte contenente il portafogli) dei tuoi amori?
Oh sia chiaro: tanti, tanti auguri!
Dispersione
martedì 23 luglio 2019
Succede
domenica 21 luglio 2019
Senza dignità
Giusto riconoscimento
Così è
sabato 20 luglio 2019
venerdì 19 luglio 2019
Frullato
Hai voglia di dire che tutto sta procedendo secondo i piani, madama la marchesa!
Intanto oggi sono trascorsi 27 anni da quando fu ucciso il giudice eroe Paolo Borsellino e la sua scorta. E questo basterebbe per capire in quale dedalo di falsità ci è toccato vivere, con servizi segreti deviati, ingerenze mafiose nello stato, bugie, alterazioni sistematiche della verità.
Oggi invece siamo nel pieno di un frullato, enorme, gigante e debordante: abbiamo l'uomo forte mascherato, in realtà incapace di cogitare con senno, impegnato a destabilizzare attenzione e critiche con nuove imprese impregnate di selfie. A ruota un movimento onesto che si è fatto prendere la mano, dimenticando la linea politica e la fermezza davanti a impulsi di casta. Infine un partito distrutto dalla precedente gestione, incapace di risollevarsi degnamente secondo la propria genesi, in balia di correnti imbevute di egoismi personali e in difficoltà a trovar la giusta forza generante spirito critico e riformista.
In questo frullato nulla emerge, nulla appaga pulsioni per quella dignità sociale, alla base del benessere comune.
Se si continua ad assistere ad efferati delitti frutto di una dicotomia tra senso di appartenenza allo stato e gestione del malaffare del bene pubblico, ogni ipotetico traguardo viene precluso.
Rimanga negli occhi di chi spera in una novità, il deserto all'uscita dell'assassino di due poveri minorenni a Vittoria, quel senso di omertà frutto di paure ancestrali che minano, e forse distrutto, la certezza che lo stato controlli tutto il territorio italiano.
Inoltre c'è la speranza diffusa di coloro che hanno fatto della politica un mestiere, di tornare a lucrare sulle nostre teste dopo questo periodo in cui, per correttezza e per dna del M5S, si è potuto frenare l'animosità mangereccia di molti codardi, imprenditori subdoli ed accaniti nel depredare risorse, piani finanziari destinati ad arricchire pochi sulle spalle di molti.
Il Cazzaro Verde sta fremendo per agguantare potere e comando. Quello che verrà non potrà che riproporci antichi figuri, loschi e tenebrosi, come il nostro futuro.
Daje Marco!
giovedì 18 luglio 2019
mercoledì 17 luglio 2019
martedì 16 luglio 2019
Cinquant'anni fa
Mi piace, mi è sempre piaciuta, m'appassiona fino allo spasimo la grande storia dell'astronomia.
E a cinquant'anni dalla prima missione sulla Luna, m'aggroviglio di pensieri e diciamocelo: anche di dubbi.
No, non sono uscito di senno né tendo al terrapiattismo.
M'affascina però sconquassare il passato, quel passato e cogitare sull'enorme rischio preso a quei tempi dagli Usa. Diciamo che mai come in quel benedetto 1969 una missione spaziale è stata compiuta in nome della supremazia, sfanculando le incredibili possibilità di un insuccesso che avrebbe prodotto altri tre cadaveri. Pensiamo ad esempio al fatto che sono andati sul nostro satellite con una potenza di compiuter a bordo inferiore a quella attualmente presente in un qualsiasi smartphone, equiparabile a quelle in possesso di un preistorico Commodore 64.
Pensiamo a tantissime soluzioni che si dovevano aprire senza contemplare probabilissimi errori, frutto di inesperienza e fatalità.
Ricapitolo: io credo fermamente che Armstrong ed Aldrin passeggiarono sulla Luna. Per una ragione semplice: i sovietici, i quali se ciò non fosse avvenuto, avrebbero inondato la sfera terrestre di notizie sputtananti il finto evento.
E il dubbio? Il dubbio riguarda le immagini trasmesse: tanto alto era infatti l'insuccesso che per prendersi margini minimi di sicurezza, potrebbero aver scelto di girare immagini in studio, al fine di rimanere a galla in caso di debacle. Che sarebbe successo se il Lem, avvitandosi su se stesso, fosse esploso davanti a due miliardi di occhi?
lunedì 15 luglio 2019
Hanno ragione, quasi...
Si, per una volta ha ragione Fiano; ha proprio ragione a chiedere ciò che è scritto nella foto.
Il Cazzaro Verde ha indetto una riunione, politica, con le parti sociali per illustrare la flat tax, con al suo fianco Siri.
Fermo restando che, ormai il Gonfiato Dirigibile è un libro aperto, il motivo di questo tentativo di spaesare allocchi sostanzialmente si riconduce all'immissione di nebbia circa la triste vicenda russa, questo modo di credersi insostituibile debba necessariamente essere bloccato, sia dal M5S che da Conte. E il presidente lo ha fatto, magistralmente, accostando questa ingerenza allo sgarbo istituzionale.
Il Cazzaro è in difficoltà e cerca altre forme di visibilità per continuare a crescere in consensi. Fino a quando troverà allocchi disponibili a dargli credito, il suo apprezzamento politico è destinato a salire. Quando arriverà a tetto, la discesa sarà non solo inevitabile ma pure repentina.
Per quanto riguarda il PD con Fiano e la Serracchiani impegnati ad evidenziare questa acclarata stortura... guardassero a casa loro, ai tempi in cui tutto era concesso, l'Era del Ballismo per intenderci.
Osservazioni giuste quindi, ma nessun mea culpa in grado di farle apprezzare uscendo da quei pulpiti ancora troppo ammalorati.
domenica 14 luglio 2019
Nello stagno
venerdì 12 luglio 2019
Tragiche stranezze
La cittadina sicula di Vittoria, nel ragusano, è stata teatro di un tragico assassinio di un bimbo e l'amputazione delle gambe ad un altro, ancora gravissimo, per mano di tale Rosario Greco, nella foto, che si è messo al volante con un tasso alcolemico di quattro volte il consentito e dopo aver assunto cocaina.
Questo scellerato assassino con il suo Suv ha percorso le strette strade del centro di Vittoria a velocità folle, perdendo il controllo dell'auto e andando ad investire i due bambini che stavano tranquillamente guardando un cellulare, seduti sui gradini di un'abitazione.
Il Greco, fuggito e poi consegnatosi alle forze dell'ordine è stato arrestato.
Assieme a lui in auto altri due rampolli: Angelo Ventura e Alfredo Sortino. Tutti e tre figli della nobiltà, per così dire, di Vittoria: padroni assoluti del bene pubblico perché figli dei soliti noti: Elio Greco, padre del guidatore del Suv, nato come rapinatore di banche e cresciuto nel tempo, recentemente ha subito un sequestro da parte dello Stato di circa 35 milioni di euro. Ventura, figlio del boss Gianbattista e Sortino, con molti reati alle spalle e tutt'ora sorvegliato speciale.
Il comune di Vittoria è stato sciolto per mafia e questi tre eroi della malavita organizzata, di sicuro agivano e sfoggiavano i blasoni del casato, mentre tutt'attorno teste e cuori piegati dalla paura s'inchinavano al loro passaggio, senza proferir nulla in merito alle loro scorribande, alle notti sfarzose pregne di alcool e droghe.
E la foto dell'arresto dell'assassino pare confermare il clima remissivo e succube tipico delle zone impestate dai mafiosi: generalmente quando un assassino di minori esce dal commissariato viene accolto da urla e grida dei concittadini inferociti.
Come potete notare, nessuno ha avuto il coraggio di farlo. La paura e, soprattutto, l'assenza dello Stato sono le agghiaccianti conseguenze di politiche servili e compiacenti dal dopoguerra ad oggi.
Il bimbo morto e l'altro mutilato sono una vergogna di questa nazione, sfracellata da poteri occulti.
Riposa in pace piccolo martire! Quaggiù ci vergogniamo tanto per quello che non sappiamo e non troviamo il coraggio di fare.
Da Ruby a Rubli
giovedì 11 luglio 2019
L'avanzare dei giorni
Da un po' di tempo sai, m'affastello nel cuore ogni mattina quando porto avanti il segna giorno nel calendario. So bene come la ruota giri, il tempo, ah questo monello! Tanto bistrattato, a volte scocciante presenza che vorremmo andasse più veloce, gli sbadigli per quando non passa mai, ma ora, ora si che lo vorrei ad andamento lento!
Ci sono dei segnali, sarei ipocrita se non ne vedessi l'eclatante entrata, come quando sbuffi perché è l'ora di mangiare! In certi momenti fingo che tutto stia andando nella normalità, evito di soffermarmi sui dettagli, appunto. Si, le solite storie tipo la vecchiaia, e allora quelli che se ne vanno da giovani, io i miei li ho persi che da tanto tempo ormai, bisogna farsi coraggio, d'altronde la sua vita l'ha vissuta etc. etc.
Non me ne frega nulla di quelle panzane, sai? Non oso pensare, sto quieto e silente accanto a te, senza alzare sguardi convoglianti a pensieri di cosiddetti forti e maturi.
Me ne frega meno di zero della ruota girante attorno alle frasi fatte! Ora siamo qui, domani non lo sappiamo. E' quest'attimo sfornate il sorriso, le parole, i discorsi che mi fai che m'interessa più d'ogni altro aspetto.
Diciamocelo: ci sono dei segnali, delle increspature, dei presagi. E allora?
Me ne infischio! Ora è il tempo, quello che è stato e che sarà, sia quando verrà! Intanto in questi mesi mi hai insegnato più cose tu che nessun altro. La fierezza di essere te stesso, il petto in tolda senza fronzoli, l'accettazione quasi oramai standardizzata. Un leone insomma. Ogni tanto certo qualche lamento, qualche caduta di umore, ma il sorriso quello non si è mai spento, l'hai sempre elargito, donato ogni giorno, ogni sera, ogni mattina.
La chiamano la buona battaglia ma sappiamo bene quanto sia impari. Attorno purtroppo avvertiamo un qualcosa di stonato, una remissività frutto dell'idea generale di quanto non serva più adoperarsi per stimolare, aiutare anziani in difficoltà. E questo è un male grande, anche alla luce della tua stupenda lucidità. Ho l'impressione di venir deriso se chiedo, pretendo, sorveglio sul tuo ricovero, come un anomalo Don Chisciotte credente in chissà cosa. Ma non mi scompongo, continuo a stressare chiunque, non solo per rispetto a te, anche per duellare con la malsana idea che vorrebbe si gettassero le armi per non prolungare la nenia finale.
Non ti preoccupare! Non cedo, e questo non vuol dire che sogno una rinvigorita mutazione delle attuali tue condizioni. Sono cosciente di quanto accadrà. Non ora, non adesso. E quest'ora la voglio vivere pienamente, nell'istante stesso, nell'attimo sfuggente. Ciò che sarà domani o, spero, dopodomani al momento non inficia la pienezza di ora. E sarà sempre così, te lo assicuro!
mercoledì 10 luglio 2019
Ci riprovo
Giornate urticanti queste, tra sudorazioni abnormi, incazzature stradali per via della presenza di troppi imbecilli, anche su due ruote, che rendono la possibilità di mandare qualcuno all'ospedale più probabile di un ennesimo selfie del Cazzaro Verde.
Eppure, nel dedalo limaccioso di quest'estate conformata perfettamente in stile "a cazzo", mi è nuovamente affiorata un'insana voglia, frutto forse della propensione che il nervoso e le vicende dei miei cari m'inducono a voltarmi indietro verso il passato, destabilizzante per umore e vivibilità quotidiana: riprendere in mano la Recherche.
E badate bene non ricominciando da dove lasciai la lettura, no! Dall'inizio, affrontando le prime famigerate, da me apprezzate tantissimo, venti - trenta pagine in cui Marcel spiega, srotola, trasmette volatilizzandoci su come andava a letto in attesa del bacio, del saluto, dell'amata mamma.
Ero arrivato quasi a metà, torno indietro, ricomincio, già pregustando meraviglie, stupori, annichilimenti, dinnanzi ad un'opera così sconquassante, incredibilmente attanagliante, lacrimevole, pregna di sensazioni, dubbi, rimorsi, scandagliante luoghi dell'animo che nessuno mai, neppure in futuro probabilmente, riuscirà a portare il lettore dentro l'infinitesimo nascosto, con la capacità di far sgorgare geyser mai prima di allora conosciuti.
Ci riprovo, mi preparo all'incontro con Proust e me stesso.
Il resto diverrà conseguentemente giuggiole per inani.
Mentre sto per inviare questo post, guardo il calendario 10 luglio, 10 luglio, dai non mi dire! Digito il suo nome su Google, dai! Oggi è il compleanno di Marcel! 10 luglio 1871, 148 anni fa!
A volte il destino, il caso, il fato, quel qualcosa che avvertiamo ma non materializziamo, a volte, come questa, ci lascia del tutto basiti!