martedì 8 gennaio 2019

Sulla via dell'abiura


La storia dei 49 poveri esseri umani trattenuti sulle due navi ong mi instrada verso un'abiura delle mie convinzioni politiche attuali. 
Il Cazzaro inizia a divenir pericoloso; lasciate le baggianate elettorali incomincia a tessere trame pericolose per la stabilità nazionale, in attesa di venir confortato dal plebiscito che, pare, il popolo sovrano gli riserverà alle prossime elezioni europee. 
Occorre, parlo dal punto di vista del Movimento, sganciarsi rapidamente da cotanto pusillanime prima che sia troppo tardi (forse lo è già)
Una politica scolorita, puerile, infantile, gozzovigliante attorno a promesse via via tradite: questo è quanto il Movimento 5 Stelle ha compiuto per via di scelte praticate in nome di un Contratto ad uso e consumo dell'ex Cazzaro, ora Razzista Imbelle. 
Messo a tacere il Delinquente Naturale, sazio per i buffetti sganciatigli nella vendita del pacchetto delle frequenze, Di Maio appare sempre più come un nocchiere sopra ad un'imbarcazione custodita in un museo navale: sciatto, incolore, sfanculante promesse distribuite in campagna elettorale in forma e tipologia paragonabile alla smargiassata classica, tipica di un Sbardella di altri tempi. Nessun riferimento alla lotta all'evasione, cancro sistemico e delittuoso scialacquio di risorse; nessuna capacità di voltar pagina veramente, allontanando sciacalli e boiardi. Nessuna caccia seria a tutti coloro che come amebe orbitano attorno al bene pubblico. Solo facciate rette da pali come sui set dei film western. Una delusione, un dolore vedere sciogliersi al sole un ideale che avrebbe potuto sovvertire gli antichi sistemi fognari, retti a turno dai devoti del Puttaniere e da quelli del Grullo. 
Non si governa così un paese, scendendo a patti con un razzista, uno scempio democratico di tale portata come è l'ex Cazzaro ora divenuto un pericolo democratico. 
Occorrerebbe il coraggio di staccare la spina, riandando a votare ma, le scempiaggini tipo la Tap, le concessioni minerarie, l'arzigogolo delle pensioni, la volatilità del reddito di cittadinanza uniti a questo epocale vento razzista sparso a gran mani dagli incolti leghisti, ha minato definitivamente la possibilità di un nuovo trionfo del Movimento. 
Non resta nulla attorno a Salvini in grado di contrastarlo. Niente e nessuno, né quantomeno una valida e dignitosa opposizione. Non resterà che disinteressarsi totalmente del teatrino indegno romano, curando il proprio orticello e deponendo speranze riposte in ciabattini della democrazia. Un'abiura dequalificante cultura e senno, per un sonno glaciale, un tramonto d'ideali a scapito di piaggeria ed affarismo.
Una prece.  

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