martedì 8 gennaio 2019

Quindi...


... ti stai preparando a scendere da questo lungo viaggio, la tua stazione è prossima? Hai combattuto la buona battaglia, sei stato un esempio, ci hai tirati su senza fronzoli, ci hai corroborato con la tua infinita pazienza, il tuo amore per il lavoro, le tue levatacce mattutine (sai che ho calcolato il loro numero, approssimativo: sono state circa 18mila!) il tuo scavalcare sempre le asperità, il servizio alla zia, tua mamma nel reale, la stanchezza mai troppo evidenziata, la pace che hai sempre trasudato, la visione del mondo retta, longilinea, mai fuori dalle righe, il canto, oh si quel canto che svegliava assopiti dalla quotidianità, l'amore per il cinema, il sapere distillato non troppo per non dare nell'occhio, le sere passate alla tv, la passione per gli attori americani, Mina e le sue canzoni. 
Cercherò di non essere triste mentre ti appresti a salpare, te lo prometto. Vorrei dirti tante cose ma ora ancora non riesco. Sei stato un leone, un combattente; continuavi a lavorare con dolori inimmaginabili che lenivi con la tua insuperabile positività. Sono stati anni bellissimi, e tanti lo riconosco, quelli che ho avuto la fortuna di vivere accanto a te. No, non voglio ancora parlarti da lontano, tu sei ancora qui, accanto a noi, che lotti forsennatamente contro le regole di questo gioco mai accettate, digerite e dannatamente impari. 
Sai che ci sono, mi guardi e da quell'incrocio di bulbi oculari ne hai la certezza. Non sarai solo, mai. Vedo, ma il velo lacrimoso a volte me lo impedisce, un uomo ancora al comando di sé stesso, forte, indomito ed incredibilmente elegante. Sono qui, in questa valle di lacrime, accanto a te: per imparare ancora, per abbeverarmi alla tua dignità, al tuo essere, a come riesci ad imbrigliare anche l'agghiaccio di questa fase della vita, la più cupa, la più temuta. Non certamente per te, che ne farai al solito leggiadria. 
Ti voglio tanto bene! 

Nessun commento:

Posta un commento