martedì 18 dicembre 2018

Nessun limite, nessuna dignità!



Nemmeno nelle più tristi storie dei grandi romanzieri si è mai assistito ad un pubblico ludibrio come questo del giornalino del boss retto da un diversamente giornalista, un sallusti della peggior specie. 
L'onta di essere in difficoltà economica rappresenta per il quotidiano della famiglia il perno, il fulcro su cui gettarsi per agitare le acque, irridendo una famiglia colpevole di aver dato i natali ad un'anomalo politico da molto tempo scagliatosi contro colui che personalmente ritengo il male assoluto, la ragione ontologica per cui oggi siamo ridotti in questo stato raccapricciante. 
Intendiamoci: anche Fininvest fu ad un passo dal baratro del fallimento, sommersa com'era da enormi debiti; l'allora padrone indiscusso dell'etere, eravamo negli anni novanta, ebbe l'illuminante idea di scendere in politica mentre, attraverso il suo fratello di latte Dell'Utri, continuava imperterrito a pagare tangenti a tale Salvatore Riina. 
Il filibustiere per antonomasia ebbe il coraggio di entrare in politica, ed ivi rimanervi per quattro lustri, solo ed esclusivamente per curare, innaffiare, crescere i propri affari. E ci riuscì alla grande, trasformandoci in abitanti felici e bombardati via antenna, in Alloccalia, durante l'Era del Puttanesimo, arrivando con grande seguito di servili decerebrati a modificare leggi per uso personale. 
Ciò che è riuscito alla grande al famelico pregiudicato non sta dunque realizzandosi nella famiglia di Alessandro Di Battista. Mi chiedo: e allora? Come possiamo farne un messaggio politico? Cosa ci vorrebbe trasmettere il direttore sallusti? La difficoltà economica può scatenarsi per un'infinita serie di problemi finanziari, ma questo non può stimolare la degenerativa campagna di fango per dar l'assalto ad una persona seria, nella fattispecie,  come Di Battista figlio.
La rabbia, il rancore, il fango, la merda scagliata dal giornaletto di famiglia per mano di un sallusti angosciante ed angoscioso, genera sensazioni tanto sgradevoli come il constatare, in questa nostra valle di lacrime, in questo far west divenuto must di ribalderia, che il non aver mai tentato di ostacolare quel signorotto feudale, ha fatto sì che la malformazione democratica da lui innescata si è evoluta, sparsa, diffusa così bene da arrivare a questi punti, gli ultimi respiri di una nazione un tempo sana, forte e soprattuto acculturata.  
  

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