sabato 22 dicembre 2018

Selvaggia antimatteo


venerdì 21/12/2018
Pur di arrivare a Putin va bene persino Al Bano

di Selvaggia Lucarelli

Immaginate di essere un regista e di dover creare un raccordo tra alcune scene che si svolgono nello stesso periodo storico. Da una parte c’è Giuseppe Conte. Ci sono giornate cupe, faticose a Bruxelles. Negoziati, notti insonni, trattative a oltranza e infine l’accordo con l’Ue. Dalla stessa parte ci sono anche il presidente Mattarella che accoglie la salma di Megalizzi, Mattarella al funerale di Megalizzi, Di Maio che fissa le scadenze del reddito di cittadinanza. Dalla parte opposta, in una bolla trasparente, c’è Matteo Salvini.

Con Al Bano. Col capo ultrà. Con la crespella al formaggio. Con la divisa da Poncharello. Capite bene che perfino un regista distopico come Lanthimos preferirebbe dedicarsi al prossimo cinepanettone piuttosto che tentare di incollare due realtà così discordanti. Intendiamoci. Non che Salvini ci abbia abituati a una comunicazione politica che vada molto oltre un meme di Luca Morisi, ma le polaroid di quest’ultimo periodo cominciano ad essere più grottesche che parodistiche. Il grande comunicatore perde colpi. Mentre Conte evita la procedura di infrazione, lui commette un’infrazione dopo l’altra e per la prima volta riconosce perfino – timidamente – di aver quasi sbagliato. E addirittura i suoi social, da sempre considerati termometro del suo successo, registrano un netto calo. Si parla del 51% in meno di interazioni sul suo Fb dal mese di giugno a oggi.

In pratica, se un suo selfie con una caciotta di pecora sei mesi fa scatenava 10 mila follower, oggi un suo selfie con la felpa Bari e un luccio al cartoccio ne attira meno di 5 mila. Sarà per questo che ci ha tenuto parecchio, nei giorni delle trattative con Bruxelles, ad acquisire autorevolezza, a posizionarsi anche lui nel segmento rapporti con l’estero, ad incontrare al Viminale anche lui un pezzo grosso a livello internazionale: Al Bano. Le foto del cantante pugliese seduto sul divano chester col panama bianco e la pashmina blu accanto a lui sono esattamente quello che serviva all’Europa per fidarsi di quel 2,4 di deficit. È chiaro, soprattutto, che Salvini conta sull’amico di Putin Al Bano per rafforzare l’asse con la Russia dopo le sanzioni ed essere invitato pure lui, finalmente, alle gare di rutti con la vodka a casa di Vladimir. Non è improbabile che le sue performance canore da Costanzo di un mese fa fossero le prove generali per il suo debutto nel mondo della musica al posto di Romina, nella prossima tournée in Russia con il re di Cellino. Un tentativo diplomatico, tra l’altro, che ha portato fortuna: ieri Putin ha minacciato una guerra atomica contro l’Occidente. Ma in fondo, tra le operazioni-credibilità, l’incontro con Al Bano negli ultimi tempi è stata pure la più felice. Sicuramente più felice del tweet in cui il ministro si congratulava con i carabinieri per gli arresti di stranieri grazie a un blitz. Peccato che il blitz fosse ancora in corso. E poi la foto con l’ultras pregiudicato che alle prima critiche ha commentato con la sua consueta spavalderia (“Sono un indagato tra indagati”), per poi, dopo tre giorni, accennare delle mezze scuse: “Se avessi saputo avrei evitato”. Della serie: se fai il ministro degli Interni e non ti viene il dubbio che un capo ultras non sia un volontario di Emergency, forse è meglio se ti dai alle gare di scacchi magnetici. Ma soprattutto, se impieghi tre giorni ad ammettere che abbracciare un tizio che ha reso cieco a un occhio un povero cristo poi morto suicida, sia stato opportuno quanto intitolare una sala doppiaggio a Mario Giordano, forse cominci a perdere colpi. Anche ieri, intanto, la comunicazione di Salvini ha dato suoi frutti: il marocchino accusato di stupro di cui mesi fa scrisse su Fb “nel Decreto sicurezza che ho in testa bestie come lui saranno prontamente rimandate al loro Paese”, è stato scagionato da ogni accusa e rischia invece un processo chi l’ha accusato, ovvero un ragazzo brasiliano. Ora sappiamo che grazie al suo decreto sicurezza manderemo aulicamente a fanculo nel loro Paese gli stranieri innocenti e ci terremo i colpevoli. In mezzo a tutto questo, negli ultimi due giorni, un tripudio di foto riparatorie: la foto della recita della figlia per ispirare tenerezza, quella della notizia del gatto lanciato dalla finestra durante una lite per raccattare due like dagli animalisti, le foto vestito direttamente da poliziotto per farsi perdonare l’abbraccio all’ultrà. Gli manca solo la foto in accappatoio con Putin, ma siamo sereni. Al Bano ci sta lavorando. Felicità.

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