martedì 9 dicembre 2014

Memento


I fasci bulli romani acclamavano a gran voce il ritorno alla legalità, la caccia allo straniero per ridonare fulgore alla Capitale come, dicevano, ai tempi del compianto sindaco Alèdanno. 
Il tiepido Marino stava per capitolare anche perché il suo partito lo vedeva come fumo negli occhi, il suo partito ossia quello della legalità, del fare, della rottamazione.
Venne però il tempo della scoperta, dello scoperchiamento della cloaca maxima ossia il Comune della Capitale con il rinvenimento di torbidi accordi tra neri, pippaioli, assessori, rossi solo sulla carta, politici di tutte le risme ed i fetori. 

Un mercifico ed ignobile mercato deliquienzale che più di ogni altra cosa, macchia questa esausta nazione.

E che succede nell'alto del Colle in procinto di trasloco? 
Silenzio.

Nessun monito, nessuna condanna, nessun rimbotto da parte di chi ha colto ogni occasione per spronarci all'inciucio, alle larghe intese, alla buona politica (per lui) fatta di appoggio alla casta, all'acquisto di armi, F35 e navi su tutto, che ha pontificato contro magistrati troppo politicizzati, con solenni supercazzole per chiedere sacrifici a tutti, a parte lui in politica dal 1953 e carico di nostri soldoni come mai nessuno.
Un silenzio vergognoso quello del colle, imbarazzante, atipico.
Un silenzio che sprona i sani di mente a far festa per una liberazione forse vicina, mai come oggi agognata.

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