sabato 13 dicembre 2014

Ansiosa simbiosi


La notizia arrivò come un fulmine a ciel sereno, mentre la badante gli stava somministrando le cure mattutine, quelle per sedarlo e renderlo felice.
Denis entrò come una furia nel reparto Trucco, dove gli vengono applicati gli 800 grammi del costosissimo Terra di Siena e dove è riposta la bitumiera per i capelli.
Dudú abbaiava come un cagnaccio di periferia tanto da vedersi arrivare, lanciato con violenza uno specchio da camera in stile Luigi XVI, comprato negli anni d'oro dall'antiquario davanti alla scuola media frequentata dalla nipote di Mubarak.

"Silvio, Silvio! Matteo sta preparando un Decreto anticorruzione!"

Apriti cielo!

L'urlo fu lacerante al punto di svegliare la Calippa ancora dolcemente appisolata ed avviluppata alle fruscianti lenzuola di seta donategli dall'amico Vladimir durante una festicciola elegante, dei tempi ahimè andati.

Subito dalla stanza dove vengono ospitati i componenti la claque giornaliera che serve al Padrone per mantenere a livelli accettabili il proprio e nefasto ego (quel giorno erano di turno Capezzone, Razzi, Gasparri, Carfagna e Gelmini) uscì l'unità di crisi con il kit di pronto intervento, ossia video di conferenze internazionali con Clinton, Bush e Blair, copie del Giornale ingiallite con i risultati di passate elezioni tragiche per gli italiani e tramite un apposito pulsante rosso venne attivata la riproduzione stereo in tutte le stanze della magione, dell'inno "Meno male che Silvio c'è"

Corsero tutti al capezzale, compresa la scorta che avrebbe dovuto a breve portarlo a Cesano Boscone per il settimanale sconto di pena. Egli stava seduto con lo sguardo fissato nel vuoto, ripetendo a cadenza la frase "Matteo non puoi farmi questo!"

Verdini, dopo aver buttato un occhio sull'argenteria, si mise subito al telefono per cercare di parlare col Premier, impegnato in quel momento ad ascoltare la poesia di Natale della Boschi.
Non trovandolo cercò qualcuno in Direzione. È finalmente...
"Pronto! Ciao sono Denis! Ma che cazzo vi salta in mente! Un decreto anti-corruzione? Ma dico siamo matti? E noi che ci mettiamo a fare poi? I politici?! Ci stanno già telefonando migliaia di sostenitori, gente seria che della corruzione hanno fatto virtù, boiardi di municipalizzate, ricchi uomini d'affari e sono tutti incazzati, dicono che ci hanno votato solo per poter scorrazzare a loro piacimento dentro i meandri del losco affarismo nazionale! Fammi parlare subito con Matteo perché a Silvio ci è mancato poco che gli prendesse un colpo!"

Come un mantra il basso ometto oramai dallo sguardo vitreo ripeteva "Matteo non puoi farmi questo!" quando all'improvviso s'accesero i monitor della stanza e comparve il volto del Premier.

"Oh Silvio! Stai sereno! Guarda che il ddl che ho fatto ricalca quello fermo da mesi in Parlamento e voluto da Grasso! Stai tranquillo! Non cambia niente! Adesso cavalco l'onda, sparo questo decreto, passa il tempo, mi invento qualche cazzata e continueremo così! Ma non t'accorgi che stì bischeri non han detto nulla sul fatto che la corruzione esiste da 50 anni e noi ci siamo meravigliati di quello che è accaduto a Roma, come se fosse la prima volta? Ovvia Silviuccio! S'indignano due sere poi la terza pensano al pallone! Ma non vedi che sto facendo azioni di destra senza che nessuno, a parte pochi, s'incazzi veramente? Ti saluto che sto aspettando la Madia che mi deve finire il maglione all'uncinetto! Ciao!"

A Silvio brillarono gli occhi, il tremolio svanì! Denis se ne andò soddisfatto in tribunale per uno dei venti processi in corso contro lui. Silvio chiamò Toti e gli chiese di trovargli un modo per allontanare la Calippa dalla casa per quella sera, avendo in mente di organizzare una festa come ai bei tempi, in onore del suo figlioccio Matteo.

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