giovedì 6 giugno 2024

L'Amaca

 

La stessa persona
DI MICHELE SERRA
Se avessi gli ultrapoteri, acciufferei uno dei coloni ortodossi israeliani che assaltano i camion di aiuti a Gaza, e rovesciano per terra e calpestano, ridendo di gioia, il cibo destinato agli assediati (vedi il reportage di Fabio Tonacci su questo giornale); poi prenderei uno dei miliziani di Hamas impegnati nel pogrom del 7 ottobre, di quelli che hanno postato il video di esultanza mentre caricano sulle camionette le loro prede che gemono con le ossa fracassate; li metterei seduti uno di fronte all’altro e direi loro: voi siete la stessa persona. Potete odiarvi, spararvi, sputarvi addosso, ma sappiate che siete la stessa persona.
Non so come andrebbe a finire, l’esperimento.
Purtroppo non è escluso che i due, alla lunga, simpatizzino: si riconoscano l’uno nell’altro, perché c’è un’universalità nel fanatismo, soprattutto nella configurazione “giovani maschi carichi di adrenalina”. Niente, in uno stadio, si assomiglia per linguaggio e atteggiamento come le due curve di ultras contrapposte. Se non ci fossero le bandiere, a distinguerli, non esiste criterio estetico o antropologico o sociale per poterlo fare.
Ma può anche darsi, invece, che l’urto psicologico di vedersi apparentato al proprio aguzzino apra un varco nelle loro certezze. Non so perché, mi illudo che la fanteria (tali sono i tipi sopra descritti: carne da cannone che fa la voce grossa) possa prendere coscienza della propria miseria, se non altro per debolezza, per sfinimento. Non così i generali che li mandano a morire. Difatti, l’esperimento sopra detto, non lo tenterei con un capo jihadista di Hamas e con il ministro dell’ultradestra religiosa israeliana Ben Gvir, boss del partito Potere ebraico. Per loro non c’è speranza, nessuna illuminazione consentita.

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