mercoledì 19 giugno 2024

Badanti & Robecchi

 

Trump-Biden. La Casa Bianca sarà costretta ad assumere due badanti
di Alessandro Robecchi
Il declino degli Imperi è sempre una cosa piuttosto comica se lo guardi qualche centinaio di anni dopo, mentre è una cosa tragica se lo guardi in diretta, cioè se hai la sfiga di vivere nella stessa epoca. Tragica e pericolosa, perché quando una potenza globale declina, è capace di furiosi colpi di coda, reazioni inconsulte, decisioni tese al puro mantenimento dell’egemonia, con le buone o, più spesso, con le cattive. Vale per tutti gli imperi, intendiamoci, perché non esiste un impero buono. Possiamo oggi ridere con gusto di quel genere letterario – un vero samizdat, letteratura clandestina – delle barzellette che circolavano nell’Unione Sovietica, ma se ridevi a quei tempi, o se ti beccavano a raccontarle al bar, beh, era un altro discorso, che di solito finiva in Siberia. Raramente, che si ricordi, capita che sberleffi, freddure e insulti non vengano dal popolo, ma direttamente dalle classi dirigenti; insomma, che a raccontare disastri e inadeguatezze del potere sia il potere stesso, o chi ambisce a prenderne il posto. Una gara di schiaffoni tra rimbambiti.
Il caso dei due aspiranti alla presidenza degli Stati Uniti, il reggente Joe Biden e lo sfidante Donald Trump, potrebbe quindi diventare un caso di scuola. Sappiamo bene delle performance di Biden. Per quanto i democratici dicano che molti dei video in cui il loro presidente e candidato sembra Bukowski al dodicesimo gin tonic siano taroccati – e in qualche caso è vero – non è umanamente negabile una certa difficoltà (eufemismo). Ovvio che in prima fila contro l’82enne Biden ci sia lo sfidante, Donald Trump, che di anni ne ha 78 e non sembra moltissimo più lucido. Alla festa del suo compleanno (biglietti da 35 a 60 dollari) ha sfidato Biden a sottoporsi a un test sulle capacità cognitive (manco Nordio coi magistrati italiani) dichiarando che lui l’ha fatto. Quel che non ha detto è che l’ha fatto sei anni fa, e che il medico che l’ha esaminato è un suo grande tifoso, che è poi stato eletto al Congresso, il dottor Jackson, che Trump ha chiamato, confondendosi, Johnson, tanto per farci capire che la corsa alla Casa Bianca sembra una partita di briscola in una residenza per anziani un po’ rincoglioniti. Alla fine, è tutto un darsi del demente a vicenda: “Biden è così andato che non sa nemmeno dove si trova”, ha detto Trump. Gli ha risposto a stretto giro un portavoce di Biden, James Singer: “La mente di Trump degrada sotto i nostri occhi”.
Se mettiamo da parte le più o meno deprimenti adesioni ideologiche (gli ultra-atlantisti italiani pensano che Biden sia un genio, il che esclude che lo siano loro), le questioni di appartenenza, il tifo per Trump dei Vannacisti del Settimo Giorno e altre amenità, rimane un fatto incontrovertibile: l’Impero in declino si trova a un bivio in cui dovrà scegliere tra due ottuagenari a cui non prestereste la macchina per il week end. C’è sempre un momento, nelle famiglie italiane, in cui si discute se sia il momento di prendere una badante per il nonno, che da solo non ce la fa più. Ecco, il fatto che a Washington ne servirebbero due dovrebbe preoccupare tutti i sudditi dell’Impero – quindi anche noi – soprattutto in considerazione del fatto che al posto del piattino con la pera cotta c’è il bottone dell’attacco nucleare globale. L’aggravante, piuttosto agghiacciante, è che la badante di Biden, o di Trump nel caso vincesse a novembre, è un apparato militare-industriale minaccioso e poderoso, cosa che ai sudditi di cui sopra dovrebbe far paura ancora di più.

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