venerdì 3 febbraio 2023

Gran giramento

 

Da tifoso quest'articolo di oggi su Repubblica mi centrifuga i testicoli all'inverosimile, pensando ai magnaccioni che sfanculando la ragione, han preferito cedere la squadra rossonera a Jerry che l'ha acquistata con i soldi imprestati dal venditore con interessi sfioranti il cravatterismo, invece di cedere il pacchetto al fondo arabo pregno di dollaroni che, in caso di acquisizione, avrebbe garantito investimenti per 400 milioni. Jerry invece non ha speso un cazzo a gennaio, agevolando l'inamovibilità di Salamella, Tatanasega e De Kagheler. Mi roteano tanto che ho dovuto indossare una giacca a vento! 

Il retroscena
Milan ancora a dieta con RedBird-Elliott e il treno arabo perso

DI ENRICO CURRÒ

MILANO — Il Milan in crisi ha chiuso il mercato invernale con un solo ritocco marginale, il portiere colombiano Vasquez: il budget non consentiva altro. Ma ora che il passaggio di proprietà del club dal fondo angloamericano Elliott della famiglia Singer alla società statunitense RedBird Capital di Gerry Cardinale è finito sotto la lente della Procura di Milano, un ulteriore passo indietro nel tempo riaccende la perplessità dei tifosi alla vigilia del derby: la ricostruzione della trattativa serrata tra Elliott da una parte e dall’altra il ticket formato dal fondo arabo Investcorp (sede in Bahrain) e la piattaforma di investimento MFO Multi Family Office Equity Partners (base a New York e presenza tra gli investitori della famiglia reale saudita, con Saudi Crown MFO).
La trattativa iniziò nel novembre 2021 e saltò nel maggio 2022, in dirittura d’arrivo, per l’inserimento di Cardinale, affermato manager dello sport professionistico americano. Il rapido closing di fine agosto fu un esito sorprendente: le due offerteerano infatti più o meno della stessa entità — 1,2 miliardi di euro — ma quella di Investcorp-MFO era cash, mentre l’accordo con Cardinale è stato raggiunto attraverso la modalità di un vendor loan. Il venditore Elliott avrebbe in sostanza preferito un acquirente cui prestare soldi a un altro che non ne chiedeva. Elliott ha garantito al compratore RedBird un prestito consistente (mai smentita la cifra di circa 600 milioni, per un interesse annuo di 42 milioni). E RedBird ha lasciato al fondo dei Singer corposa voce in capitolo nelle scelte societarie, a cominciare dall’austerity sul mercato.
Repubblica ha interpellato Carmine Villani, finanziere italo-americano, ad di MFO: «Non posso entrare nei dettagli, ma posso confermareche la nostra cordata si era impegnata sia ad acquisire tutte le quote di maggioranza del Milan sia a garantire il successivo investimento sul mercato di 300-400 milioni, per riportare subito la squadra al livello più alto d’Europa, come la sua storia merita. Era tutto “equity”. Se Elliott avesse voluto, gli avremmo lasciato quote di minoranza». In sostanza si trattava di un investimento diretto, senza bisogno di prestiti. Particolari e clausole del successivo closing con RedBird e l’esatta ripartizione delle quote azionarie sono ancora segreti. L’indagine dei pm Giovanni Polizzi e Maurizio Romanelli mira a fare luce sulle zone d’ombra. L’intervento della Guardia di Finanza e l’ipotesi di reato contro ignoti — appropriazione indebita per 100 milionidi euro, nell’inchiesta nata dall’esposto dell’ex azionista di minoranza BlueSkye di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo, che lamentavano di non essere stati avvisati della vendita — non preoccupa il fondo dei Singer, che definì “azioni frivole e vessatorie” i contenziosi giudiziari a Milano, Lussemburgo e New York.
La posizione rimane tale anche dopo l’acquisizione, da parte della Gdf, dei documenti sull’affare Elliott- RedBird negli studi dei professionisti incaricati della transazione.
La prima riunione del ticket Investcorp- MFO con Gordon Singer a Londra risalirebbe a novembre 2021. A febbraio 2022 il ticket scelse come capofila Investcorp, il cui ad Hazem Ben-Gacem presentò le credenziali: 40 miliardi di dollari da family officers del Golfo Persico, famiglie e fondi sovrani. Investcorp, già impegnato in Italia nella moda e nel lusso con Gucci e nello sport con Dainese (oltre a essersi interessato all’Inter gravata però da debiti eccessivi), strinse il patto con MFO, tra i cui soci figura Marc Lasry, proprietario di Avenue Capital Group, che detiene nel basket i Milwaukee Bucks, franchigia della Nba. Per il potenziale affare Milan, dove la gestione Elliott aveva più che dimezzato i debiti, l’offerta iniziale fu tra gli 800 milioni e il miliardo. Poi si arrivò, debiti compresi, a quota 1 miliardo e 180 milioni, con la suddetta promessa di investire altri 300-400 milioni sul mercato. Ad aprile era già stato superato anche lo scoglio due diligence, il controllo dei conti. Ma tutto naufragò a maggio. Durante la volata scudetto entrò in scena Red-Bird Capital, che accettò la condizione del prestito da Elliott. Così, saltata la pista arabo-americana, andò in porto con un’accelerazione velocissima l’affare con Cardinale. Che dallo scorso 31 agosto è il proprietario del Milan. Quattro mesi e mezzo dopo, la Procura di Milano vuole vederci chiaro.

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