venerdì 5 febbraio 2021

Obbiettivo unico

 


Pali, paletti, orizzonti, pietre miliari, obbiettivi. Se non si guarda ad un punto fermo, non se ne esce, non si può sperare in una soluzione accettabile. Ed in politica l’avvenire è l’oggi, dicono in molti. E allora il primo obbiettivo ci porta a febbraio 2022: evitare l’ascesa al Colle quirinalizio del pagatore seriale di tangenti alla mafia, nonché proprietario indiscusso e agevolato di oltre la metà della libera, mi vien da sorridere, informazione. E’ questo il principale problema da risolvere, tutto il resto conta poco, a parte naturalmente la battaglia pandemica che al momento è l’indiscusso e granitico nodo sociale da risolvere. Per evitare la nanoputtanesca ascesa, occorre che fino ad agosto prossimo non si voti, dopo infatti scatterà il semestre bianco; per scansare il voto occorre che il M5S entri nella compagine governativa probabilmente diretta da Draghi. Per schierare i propri ministri il Movimento dovrà non solo turarsi il naso, ma igienizzarsi a dovere visto che sicuramente l’Erotomane entrerà in maggioranza. Ma l’eventuale accoglienza di un pregiudicato e della sua azienda finto partito, se proiettato nel pericoloso febbraio ’22, potrebbe ascriversi al piano di salvaguardia nazionale, proteggente le future generazioni dall’ipotetico settennato malefico, in grado di spargere i famigerati e subdoli assopimenti della ragione, paragonabili per nefandezza a ciò che abbiamo subito nell’Era del Puttanesimo.
Il M5S a mio parere dovrebbe evitare in primis che lo gnomo psico-flebile egocentrista rignanese, l’enorme pericolo per il proseguimento della legislatura, nonché un fantasmagorico gatto attaccato alle gonadi, entri nel governo; relegarlo all’opposizione semplificherebbe di molto la già tesa situazione politica.
Riassumendo: fuori il Bullo, dentro il Pregiudicato ma solo per depotenziarlo al fine di non di ritrovarcelo quale simbolo di unità, che sta a lui come Kierkegaard al Cazzaro Verde.
A proposito del Cazzaro: si dovrebbe autoescludere a priori in presenza del movimento, come ha già fatto Sora Cicoria, ma non è detto, visto che Giorgetti spasima per Draghi. Una coabitazione con i leghisti, con aggiunta dello psico nano, renderebbe instabile e assurda ogni cosa, soprattutto per il concreto rischio di estinzione del M5S, compartecipe di fatto di una politica intrisa di plutocrazia forsennata, i sorrisi dello squallido Bonomi la dicono tutta in merito, che da sempre costituisce uno dei principali bersagli dello stesso.
Non sarà dunque una passeggiata, tutt’altro; la strada infatti si biforca: da una parte il far politica con i personaggi già descritti; dall’altra l’ipotetico baratro da evitare sulla futura nomina del Presidente della Repubblica. Un caos da affrontare con le notorie armi dell’onestà e del rigore morale che molti, nel futuro governo, sicuramente non sanno neppure pronunciare.

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