Nel libro che sto leggendo “Lettere dalla fine del mondo” una corrispondenza epistolare tra lo scrittore Massimiliano Parente e lo scienziato Giorgio Vallortigara, ad un certo punto Parente presenta un problema inerente all’attuale critica letteraria, confondente estetica letteraria con le vendite, forse perché corroborata dalle numerose verticali di Krug abbinate ai premi, oramai farse: se negli anni Venti avessero seguito questa astrusità di giudizio, probabilmente tale Pierre Hamp, scrittore al tempo molto sociale, popolare, che vendeva molto, avrebbe offuscato un certo Marcel Proust ma, per fortuna, in quegli anni, la critica fondava le sue ragioni sul pensiero, compreso l’estetico, sulla libertà di giudizio. E il ricordo di Pierre Hamp è giunto sino a noi solo per un motivo: viene citato nell’epistolario di Marcel Proust, il quale si lamenta con il suo editore, Gallimard, perché faceva pubblicità ad Hamp e non a lui!
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