Piango un amico, Elia, basta il nome perché Elia è Elia, e ne parlo al presente perché è ancora qui, anche se si è addormentato nella notte di Ognissanti, per trasferirsi altrove, rendendo sicuramente caotico e frizzante ogni qual dove l'ospiterà.
Elia è stato da sempre evangelicamente "Marta", affaccendato oltre ogni limite, nella totale disponibilità, nella pura gratuità, nel farsi compagno di chiunque avesse problemi o necessitasse di un piacere; riusciva però ad essere, ad occhi attenti, pure "Maria", anche se gli scocciava oltremodo baciapilarsi o sembrare troppo devoto, visto che in lui si poteva leggere senza sforzo "l'ama il prossimo tuo come te stesso."
Elia è la Disponibilità, sempre, ovunque e comunque offerta senza ritorni o convenienze.
La sua seconda casa, dopo Portovenere, era Lourdes ove si recava due, tre, fino a otto volte all'anno, non per ostentar sé stesso, ma per devozione sfociante nel servizio, come quel luogo insegna, sulle orme dell'amico Livio, sicuramente già rincontrato nella pienezza della beltà celeste.
Ebbi molti anni fa la fortuna di camminare per Lourdes con lui per circa cinquecento metri: fu un'incredibile susseguirsi di abbracci, baci, strette di mano, urla, risate, in ogni lingua, in ogni colore, quasi che la cittadina francese avesse una specie di principe nascosto!
E ovunque si andasse in giro per l'Italia non vi era luogo, anche sconosciuto ai più, ove Elia non salutasse qualcuno, con la sua voce arroccata dalla catena incessante di Marlboro rosse tracannate a qualsiasi ora e latitudine.
Sapere che avevi accanto Elia, ti donava quella tranquillità sferruzzante riservata a pochi, affrontavi le problematiche quasi paciosamente perché riusciva a sminuzzare ogni apparente dirupo, ogni asprezza scaturente da logistiche, da barriere architettoniche, e son cosciente che in questo momento, se mi sta leggendo, sghignazzerà, mandandomi letteralmente a quel paese!
Ricordo che a volte litigai bovinamente con lui non riuscendo, per incapacità, a comprenderne la pienezza del suo affaccendarsi in un turbinio perennemente avvolgente, un perpetuo volontariato H24, calpestante e sfottente parole quali "impossibile, massacrante, non fattibile."
Ad ogni cenone dell'ultimo dell'anno, senza neppure cercarlo, s'intronizzava assieme alla mitica Antonietta, nella grande cucina della comune associazione, preparando in letizia per 80, 100 persone, senza proferir parola, né lamentazione di sorta. E dopo aver festeggiato e riordinato, partiva attorno alle 2 per espletare il servizio di controllo Siae nelle discoteche, altro misterioso suo incarico, non facendo trasparire nessuna problematica circa fatica, (fatica? che parola oscura vero Elia?) o quant'altro.
Da tempo immemore era Presidente della Pubblica Assistenza di Portovenere, compito questo che assolveva, al solito, serenamente, essendo tarato ed impostato in modalità "No Stop", con optional di perpetua disponibilità notturna, senza risparmio né tentennamenti di sorta.
Dicono che da questa mattina Elia non ci sia più. Continuo a non crederci, non riesco ad assimilare la ferale notizia, che m'appare oltremodo non veritiera; sono convinto infatti che Elia c'è e ci sarà sempre. Perché lui è Elia.
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