sabato 18/11/2017
Le am-lire: la nuova idea forte di B.
Le am-lire: la nuova idea forte di B.
di Daniela Ranieri
Ormai quando incrociamo Berlusconi in Tv restiamo a guardarlo come in autostrada ci si ferma a guardare gli incidenti. B. entra e si siede al centro dello studio di Porta a Porta, su una seggiola da bar. Fuori campo risuona la voce effettata di Bruno Vespa, abbastanza terrorizzante: “Qual è il tratto principale del suo carattere?”. Da uno così schivo alle pompe come lui, ci si aspetterebbe una risposta tipo “l’umiltà”, “la verecondia”, “la temperanza”. Invece, con odontoiatrica baldanza, il tinto dal Signore s’atteggia: “Sto al giuoco: sono ottimista!”. Riecco “il sole in tasca”, anche se a vederlo così, seduto in penombra con un faro puntato in faccia, non può non venire in mente una convocazione in commissariato.
Alla sua età, manco un capello bianco. Il fondotinta è sempre quello degli anni in cui i ricchi erano abbronzati. Ha un sorriso da Joker, da parte a parte. “Il mio motto? Credere obbedire combattere”, celia citando l’altro squinternato buffone della storia nazionale. A Vespa non pare vero. Finito il giochino della voce da Mago di Oz, entra in studio suonando il campanello (qui c’è un buco nella sceneggiatura, perché lui sarebbe il maggiordomo; vabbè) e si prepara alla pugna da par suo (da artista) con la schiena ingobbita a porgere il vassoio di diciamo domande all’ospite, ora in poltrona con in mano i fogli protocollo che ormai si porta dietro tipo Salvavita Beghelli.
Sorpassata a destra qualunque possibile maschera sorrentiniana, ormai B. è un se stesso distillato, ridotto: il Bignami di se stesso. Il Caraceni con arricciatura sulla spalla lo fa sembrare un manichino della Standa.
Si inizia con la Nazionale, tanto per rafforzare negli sprovveduti l’idea che con lui al potere l’Italia vincerebbe tutti i campionati. A nostre spese si procede al fondamentale collegamento con Arrigo Sacchi, che lo ricopre di saliva. Il Joker si schermisce nel suo particolare modo, lodandosi: “Sono il presidente di un ‘clüb’ calcistico che ha vinto di più nella storia del calcio mondiale”. Una scritta al led percorre lo studio, simile agli allarmi di evacuazione immediata: “Tre volte premier: la quarta volta di Berlusconi”. Anticipa che al governo metterà “non puramente dei ‘tennici’, ma protagonisti della vita civile che si sono trovati davanti a situazioni complicate e ne sono venuti fuori” (li avrà conosciuti ai servizi sociali).
Il suo spin doctor (forse lo smanettone Antonio Palmieri, forse la Pascale) deve avergli consigliato di battere sul tasto “autorevolezza”, in contrasto con la verbosità da venditore del Folletto di Renzi. E quindi: “Io ho una laurea in ingegneria aziendale” (vero, è una laurea honoris causa dell’Università della Calabria nel 1991, tra l’altro gliela volevano togliere quando è decaduto da senatore perché qualcuno fece notare la contraddizione di lasciare una laurea ad honorem a uno privo di onore). Parla di soldi per intortare gli analfabeti: “Le pensioni minime a 1.000 euro”. “Con la flat tax al 25% non c’è più voglia di eludere il fisco” (ecco perché lui l’ha frodato: l’assenza di flat tax gli ha fatto scattare la voglia). “L’evasione fiscale è a 270 miliardi, il Pil sommerso a 540 miliardi, a cui si dovrebbero aggiungere 200 miliardi di Pil dalle attività criminali”, tipo le sue. Parla come se non fosse lui. Forse non è lui. Forse il vero B. è morto e l’hanno sostituito con un sosia, come Paul McCartney. A un certo punto gli scappa pure un grido di dolore per la piaga dei paradisi fiscali, roba che non c’è paradiso fiscale in cui lui non avesse conti offshore. Polito e Cangini di QN rinunciano a fargli domande, come quando si ha a cena un parente anziano un po’ picchiatello, che però in questo caso vuole andare al governo. Ed ecco l’incidente che aspettavamo: “L’euro si può tenere per le transizioni internazionali, per le transazioni interne potrebbe esserci una seconda moneta”. Ecco l’idea forte di B., il suo nuovo fiammante cavallo di battaglia: le am-lire.
Vespa, serio: “Riprenderemmo l’autonomia monetaria e stamperemmo tutti i soldi che vogliamo”. L’idea, già di Totò e Peppino, nello studio Rai risuona come una bomba dell’Isis. E gli stipendi, come li pagherebbe? B. balbetta: “Non voglio entrare dentro questo fatto della moneta”. In effetti, sapere se verremmo pagati in euro o nelle am-lire di Forza Italia è una tecnicalità che si può vedere più avanti. Per ora si sa solo che “1 euro corrisponderebbe a un valore tra 500 e 1.000 lire”. Un cameraman, vedendo che la puntata si sta trasformando nella sala hobby di Cesano Boscone, chiede a Polito di chiedere a B. se i 46 milioni che gli deve Veronica li vuole in euro o in am-lire. “L’argine al populismo” (così lo chiamano i commentatori con Alzheimer selettivo), resta con un palmo di naso sul lato commedia, così butta lì: “Lotto per dare agli italiani democrazia, libertà e giustizia”, che in un suo modo tremendo fa pur sempre ridere.
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