lunedì 7 marzo 2016

Turbinio


Dunque, facciamo mente locale: il Patto del Nazareno sta reggendo, checché ne dicano imbelli e finti tonti.
La candidatura di Bertolaso da parte dei resti di quello che una volta era un partito, Forza Italia, risponde a questa esigenza strategica del noto Pregiudicato: come detto tante volte a lui della Nazione importa meno che alla Santanché le Confessioni di S.Agostino. 
Quello che persevera da tempi lontani, per cui ha agito stoltamente, per cui ha affossato questo paese è una ed una sola cosa: la salvaguardia delle sue aziende, del suo potere mediatico ed economico. 
Del resto non gliene può fregar di meno.
Porre un candidato sotto inchiesta come Bertolaso, risponde a questo teorema sopra descritto: aprire la strada al candidato PD, per poter dare al Bimbo di Rignano la possibilità di vincere, battendo Marchini e 5 Stelle. 
D'altro canto all'ebetino toscano vengono aperte porte mediatiche importantissime, vedi quella di ieri a quell'antitesi di un programma televisivo decoroso che si fa chiamare "Domenica Live", condotto da un insieme di ovvietà e ricerche di dolore da esportazione, di discrepanze psicologiche conosciuta meglio come Barbara D'Urso. Durante questa vomitevole incensata di Mediaset, all'Egoriferito è stata concessa visibilità mediatica simile a quella che le tv di altri stati riservano a despoti sparsi nel pianeta, come Erdogan, Putin e i vari nemici della libertà sparsi in Africa, con la stessa forma dittatoriale: la totale assenza di contraddittorio.
L'Inviato delle Banche II (il primo fu Monti) ha scorrazzato tra le sue epiche fandonie, tra ammiccamenti, sontuose riverenze, moti di stupore da parte di Barbarie (mediaticamente parlando) D'Urso al punto che molti allocchi seduti davanti alla tv avranno compreso, scelleratamente, di come l'attuale Presidente del Consiglio, sia l'Uomo della Provvidenza II (il primo lo Zio proprietario della tv ove ieri ha pontificato da nipote prediletto). 
Questa dittatura televisiva, mai dalla sinistra veramente combattuta basti ricordare la visita di Baffino al tempo che fu e l'elogio pubblico dell'etere berluconiano, porterà il "nostro", anzi il "loro", a spadroneggiare per anni, ad inventare modi sempre nuovi con il fine di spostare attenzione ed intelligenza, confondendo menti e cuori, modificando realtà e Pil, disoccupazione e traguardi fittizi occupazionali, distogliendoci dai premi ai "ladroni dei tempi attuali" che ancora continuiamo a chiamare banche e che son tutto men che quello, dagli stravolgimenti costituzionali per sminuire libertà conquistate da "avi indomiti" che pensarono quelle norme sgorganti dal cuore dello stato, proprio per evitare quel che accade oggi, ossia una riduzione ai minimi termini del potere del Popolo Sovrano, una ridicolizzazione del Parlamento, un'assenza di visibilità e di considerazione politica dell'opposizione, perno insostituibile di ogni democrazia e una sfacciata tracotanza evidente nelle continue richieste di fiducia parlamentare, silenziatore mortifero della discussione utile per ricercare il giusto. 
Tutto questo garantito e controfirmato da quel patto che consente al parente stretto dell'attuale Premier, una continua scorribanda nell'etere, ripetuto e continuo attacco ai valori essenziali della democrazia, la pluralità e la divergenza di opinioni.       

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