Quello che sta accadendo ad Augusta (Siracusa) rasenta la fantascienza. Il Vescovo Salvatore Pappalardo vuole cacciare don Palmiro Prisutto, anzi proprio oggi scade l'ultimatum di cinque giorni lanciato dal paonazzo a mo' di anatema.
Che ha fatto di così atroce don Palmiro? Ha molestato minorenni? Ah no quello per molto è ancora un male minore! E allora? Ha rubato soldi alla parrocchia? Neanche. Si è fatto vedere assieme a qualche bionda? È stato in qualche sauna romana esclusiva?
Niente di tutto ciò!
Don Prisutto il 28 di ogni mese è solito leggere, durante la Messa, tutti i nomi di coloro che sono morti per carcinoma ai polmoni.
Nome e cognome.
E siccome ad Augusta il polo petrolchimico composto da 18 aziende inquina in modo impressionante, il parroco definendo questa mattanza con il suo nome, genocidio, urta sensibilità di pii baciapile, dediti a sport estremi quali il trasporto di croci enormi durante delle funzioni religiose che paiano in verità essere più giochi senza frontiere che altro e che si fanno chiamare confraternite, le quali, se nel passato è pur vero abbiano costituito motivo aggregante attorno alla chiesa locale, ai giorni nostri, essendosi affievolita, ha dato maggior spazio a queste manifestazioni carnevalesche che stanno alla fede come un discorso di Odifreddi sulla transustanziazione.
Le care Confraternite quindi, lamentandosi a iosa in quanto a detta loro abbandonate dal parroco, accusato di perseguire mire ambientaliste, rimuovendo l'immane merdone decennale composto di delitti e colpi bassi alla salute della comunità intera, hanno spinto il porporato di riferimento a decidere per il suo allontanamento, che don Palmiro stoicamente rifiuta, dimentico però che alla fine dei conti, molti funerali equivalgono a tanta grana per tutti, dalle pompe funebri agli equilibristi di crocifissi altisonanti.
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