Sono come lui oggi, da una vita però.
Pensare alla
giornata di Pietro post crocifissione del Maestro: come avrà trascorso in un
silenzio profondo il sabato dopo averlo visto esangue sulla croce?
Quel gallo che cantò dopo che per tre volte l'aveva
rinnegato, gli sarà riecheggiato nella testa per molte ore. Avrà avuto rimorso,
avrà capito dolorosamente la sua condizione umana, fallace, incostante, preda
di dubbi.
Come avrà trascorso questo sabato?
Credo di
immaginarlo, lo vivo costantemente: dubbi, caduta di speranza, voglia di fuga
da quelle che sembravano certezze, solidi baluardi scomparsi, magnetiche
convinzioni evaporate, timidezze, confusioni, mancanza di sapori, ricerca
ovunque di verità ammaestranti.
Il Pietro del Sabato è qualcosa che sconvolge, perché
presente ovunque, in ogni luogo, in ogni tempo.
L'Evento è alle porte, la Luce sta per sconvolgere le
tenebre.
Ma questo silenzio opprime speranze, amplifica dubbi.
Deterge l'Ego.
Gli altri discepoli lo avranno guardato molto in quel Sabato.
Lui il Designato, il Granitico, il Baluardo.
Avranno pensato con terrore che se
avesse vacillato ancora, tutto sarebbe crollato.
L'Emblema del cristianesimo, ancora scioccato dal
gallo, avrà nervosamente ricercato nel passato le dolci parole, i candidi
insegnamenti.
Stava per accadere il Fatto che più d'ogni altro nella
Storia, ha scardinato le basi biologiche dell'umanità.
E doveva necessariamente essere circondato da
quest'alone di mistero, di incertezza, di dubbio che nei secoli a seguire, per
potervi credere sconquassando vita e progetti propri, avrebbe necessariamente
richiesto tutta la persona, ogni sua cosa, ogni suo affetto, ogni valore.
Pietro in questo giorno d'attesa rivela all'Umanità la
propria essenza umana, smarrita e tracannate ogni vento contrario,
destabilizzante, fuorviante, smarrente cuori e menti, riempiente scrigni di
tesori fallaci, inconcludenti, rugginosi.
L'attesa di ogni vita che si riempirà della Luce della
Vita.
Buona Attesa.
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