"L'Autorità Pubblica, bendati gli occhi, turate
le orecchie, va brancolando in cerca di assassini o di malfattori, che tutti,
fuorchè essa, vedono e conoscono. I suoi istrumenti, o sono inefficaci, o la
tradiscono. Si dà il caso che mentre carabinieri e truppa vanno perlustrando
monti e valli sotto la pioggia e la neve, il capo brigante ricercato stia
svernando tranquillamente a Palermo stessa, e non sempre nascosto. Fra gli
uffici di pubblica sicurezza, gli stessi uffici giudiziari da un lato e il
pubblico dall'altro, v'ha una corrente di relazioni continue e misteriose,
contro le quali è vano il segreto più rigoroso. Persone designate per esser
colpite da arresto, sono avvertite prima ancora che si firmi il relativo
mandato, e la forza che viene per prenderli li trova partiti da tre o quattro
giorni o più. Nelle carceri esiste una comunicazione continua fra i carcerati e
quelli di fuori."
"Ma invece vediamo i Ministeri italiani d'ogni
partito, dare per i primi l'esempio di quelle transazioni interessate che sono
la rovina di Sicilia, riconoscere nell'interesse delle elezioni politiche
quelle potenze locali che dovrebbero anzi cercar di distruggere, e trattare con
loro. Il prefetto stesso deve, per ubbidire ai superiori, imitarli, e così
dimenticare il vero fine della sua missione; anzi, nuocergli. Una volta aperta
la porta agl'intrighi, si vede a Roma l'influenza del prefetto avversata,
spesso vittoriosamente, da quella delle persone che egli ha ufficio di
combattere; i loro rapporti creduti talvolta più dei suoi. Gli vien tolto ogni
mezzo di agire efficacemente, si vede rifiutare gl'impiegati che egli chiede.
Se malgrado tutto ciò egli riesce a operare qualche miglioramento, almeno
superficiale, sopraggiunge un cambiamento di Ministero, vengono al potere o
vicino al potere persone le quali hanno amicizie, legami, interessi con quelle
che il prefetto ha dovuto inimicarsi per fare il suo dovere. Segue la reazione.
Sotto colore di politica, gl'impiegati migliori e più coscienziosi sono
sacrificati a rancori personali, è distrutta l'opera incominciata, si ricade
più basso che mai e, quel che è peggio, si conferma sempre più nel pubblico
l'opinione della potenza infallibile e incrollabile nell'Isola e fuori, di
quelle persone che la tiranneggiano e la sfruttano a loro profitto."
(Condizioni politiche e amministrative della Sicilia
Leopoldo Franchetti 1876)
No! Non mi sono sbagliato! 1876! 1876! 1876!
Pochi anni fa il partito sorto grazie a Publitalia del
colluso mafioso accertato Marcello Dell'Utri prese 61 collegi regionali su
61!!!
Attualmente Forza Italia è riuscita a presentarsi solo
in tre collegi.
La Domanda non la pongo nemmeno!
Leggendo il Franchetti qui sopra del 1876 uno spirito
libero si può tranquillamente farsi la Domanda e darsi la Risposta.
Come nel 1876!
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