Ingratitudine
Ma guarda questi giovani che non vogliono accettare le proposte del nobilissimo mondo imprenditoriale! Come si fa a rinunciare a contratti stagionali dove devi impegnarti solo dodici ore al giorno, senza festività naturalmente perché nelle feste si lavora di più, magari con qualcosa in busta e il rimanente in nero - ah il nero che va così tanto di moda oggi - senza nessun progettualità nel futuro, senza possibilità d’impostarti la vita? Scansafatiche vengono etichettati dai nobili marchesi arruffoni impegnati a introitare il più possibile alla faccia loro! In questa forma deturpata di capitalismo i giovani pare non accettino lo sfruttamento, una subdola forma di schiavitù 2.0, abbellita, edulcorata da frasi ad minchiam tipo “alla vostra età io lavoravo ventisette ore al giorno!”, frase fuori dal tempo, da questo tempo dove rapidità, istantaneità la fanno da padroni. Ci fosse qualcuno che sommessamente proponga eticamente di vietare che un cameriere possa non aver possibilità di vivere da libero almeno un weekend al mese, lavorando non più di nove al giorno! Certo una proposta del genere comporterebbe più spese per l’imprenditore e meno guadagno, cosa inaudita in questi tempi di tecno-rapto-pluto capitalismo. Tranquilli, non c’è nessuno in giro a difendervi cari giovani! Soprattutto nella zona politica che storicamente lo dovrebbe fare. Se non fosse uguale all’altra.
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