lunedì 1 maggio 2023

Il futuro incerto e nero

 

Bastone e carota. I processi alla Juventus: buffetti dalla Figc e pugno duro dall’Uefa
di Paolo Ziliani
Domanda da un milione di dollari: secondo voi è giusto che un club giudicato colpevole di un’infinità di illeciti commessi nel proprio campionato venga punito in maniera blanda nel proprio Paese e più duramente, per gli stessi reati, a livello europeo? Vale la pena di provare a rispondere perché, traducendo, la Juventus del fu presidente Agnelli che sta vivendo la sua “estate italiana” passando da un tribunale sportivo all’altro, in attesa del rinvio a giudizio anche in sede penale, si è messa in testa l’idea meravigliosa di togliersi dai guai accollandosi una penalità che la privi del diritto di giocare le Coppe nella stagione prossima ma che le consenta di ripresentarsi al via della Serie A come se niente o quasi fosse successo. Avendo davanti a sé ben tre processi sportivi: 1) Il “plusvalenze ter” che al 99% le restituirà la penalità temporaneamente annullata (per il principio dell’afflittività, una sanzione che la toglierà dalla zona valida per l’ammissione alle Coppe); 2) Il “manovre stipendi” in cui il livello di compromissione dei suoi dirigenti, con relativo rischio di sanzioni, è a dir poco altissimo; 3) Il processo “agenti collusi”, tanto per non farsi mancare niente (e il processo “club amici” è rinviato al 2023-24); avendo davanti a sé questa teoria di processi la Juventus sta seriamente pensando di andare al patteggiamento con la Figc chiedendo di chiudere il conto con una penalizzazione che la retroceda all’8° posto, fuori dalla zona Coppe, magari con partenza ad handicap nel campionato prossimo come fu per la B del dopo Calciopoli (-30 punti ridotti prima a 17 e poi a 9). E poiché, come dice Mourinho, “siamo in Italia” e la giustizia sportiva è capace di tutto, persino di archiviare la Juventus come non colpevole nel procedimento dell’esame farsa di Suarez all’Università per Stranieri di Perugia, alzi la mano chi si stupirebbe davanti a una conclusione all’acqua di rose dei processi Prisma.
Il calcio italiano ci ha abituato a questo e altro. Se non fosse però che l’Uefa, dopo avere bypassato la Figc facendosi dare già a dicembre le carte dell’Inchiesta dai pm di Torino, si è fatta un’idea chiarissima delle malefatte juventine; e di fronte ai tentennamenti e ai rinvii dei processi italiani è pronta a muoversi autonomamente e ad adottare i provvedimenti del caso. Che fonti solitamente bene informate – si dice così, no? – preannunciano pesanti: la Juventus verrebbe infatti esclusa dalle Coppe per due o tre stagioni dovendo rispondere, oltre che degli illeciti svelati dall’inchiesta torinese che hanno portato all’alterazione di svariati campionati (quindi di svariate edizioni della Champions League che la Juventus gioca ininterrottamente da 15 anni), anche del mancato rispetto del Settlement Agreement siglato con la Uefa stessa – per l’identica infrazione il Milan venne escluso dall’Europa League nel 2019-20 a vantaggio del Torino – oltre che della mancata abiura alla Superlega, mancata abiura di cui la Juve pagherà le conseguenze unitamente agli altri due club ribelli, Real Madrid e Barcellona.
E insomma: va bene che senza la Juventus il valore dei diritti televisivi della Serie A cola a picco, i giornali non vendono, le trasmissioni fanno flop e a tutti viene il coccolone, ma punire Madama con un buffetto mentre l’Uefa sceglie di usare il pugno duro non ci fa fare una gran figura agli occhi dell’Europa. E però: riusciranno i nostri eroi a insabbiare anche l’Everest? Le scommesse sono aperte.

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