Mi aveva impensierito oltremodo la presa di posizione di "quei tre" contro la riforma del catasto, perché quando all'unisono si scagliano su qualcosa, scatta in me la massima allerta alla "attenti a quei tre!"
Partendo dal niet vigoroso di Tajani - maggiordomo del Pregiudicato - dal Cazzaro e da Sora Cicoria, ho benedetto l'inchiesta della mitica Gabanelli al riguardo, comprendendo il perché del contrasto netto da parte dei difensori principi degli elettori casta pregiata, cullati da privilegi mefitici ed indegni per una nazione solo apparentemente democratica.
Un Paese normale deve conoscere la fotografia reale di tutto il patrimonio immobiliare presente sul suo territorio, e l’esatta destinazione d’uso dei terreni. Si chiama «aggiornamento del Catasto» e serve a classificare e a determinare i valori sulla cui base si pagano le imposte sugli immobili: Imu, tassa di registro quando si compra da un privato, tassa di successione e donazione, oltre a contribuire al calcolo dell’Isee per chi chiede contributi e agevolazioni pubbliche. Allora perché su un tema così scontato si accapigliano da decenni tutti i partiti? Perché modificare il valore del singolo immobile significa anche modificare l’importo delle imposte che il suo possessore deve eventualmente pagare.
Ora capisco! In un paese dove ogni anno se ne vanno circa 80 miliardi di euro in evasione, la riforma del catasto appare come una tragedia, un inaudito tentativo di azzerare gli aiutini di stato ai soliti noti (non sto qui a raccontare dei soliti piagnistei del, a detta loro, motore della nazione, anche in periodo pandemico, che ritengo una mastodontica presa per i fondelli verso i coglioni le cui tasse sono prelevate alla fonte) e l'invereconda promessa di tutti i governi a partire dagli anni '50 a combattere l'evasione fiscale, mai realizzatasi.
Occorre però comprendere alcuni dati che la Giornalista Milena ci evidenzia:
- i valori attuali catastali sono stati definiti nel 1989. Da allora tutto è rimasto... immobile (nomen omen)
- negli immobili residenziali la superficie non è calcolata in metri quadrati ma in "vani catastali" e le classi e categorie in cui sono suddivise, essendo calcolate trent'anni fa, non tengono conto delle migliorie apportate, ad esempio, a ruderi trasformati in mega ville.
- oltre due milioni di porzioni di terreno non registrati con sopra 1,2 milioni di edifici (Estikazzi!)
- 1,2 milioni di immobili fantasma! Secondo una ricerca dell'Istat su 100 case abusive il 6,1% sono al nord, il 17,8% al centro, il 45,6% al sud (Estikazzi2!)
- Ad oggi in Italia ci sono 70mila abitazioni di lusso. Un po' poco rispetto a quello che si vede in giro. La riforma del catasto è utile per prendere con le mani nella marmellata i furbetti che hanno trasformato un rudere in villa con piscina, fregandosene altamente la minchia sul giusto balzello da pagare per contribuire alle spese comuni dell'apparato dello Stato. Avere una casa prestigiosa significa pagare l'Imu anche se è prima casa. Ma a lor signori questo non interessa, anzi sono i primi a piangere al vento per la crisi in auge che a parer loro li penalizza troppo (mentre invece chi riceve uno stipendio normale e stabile in quantità da decenni se la spassa alla grande!)
- Se lo Stato riuscisse a ricevere più introiti dal sommerso catastale, si ridurrebbero le aliquote Imu per tutti.
In conclusione comprendo pienamente il raglio lanciato da "quei tre" attraverso le loro epiche supercazzole: non sarebbero nuove tasse! Solo un modo per rendere questa nazione un tantinello meno vergognosa.
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