sabato 14 maggio 2022

Desiderio

 

Quanto mi piacerebbe andare a cena, a debita distanza, con Elisabetta Franchi, balzata alla ribalta per frasi e concetti provenienti dal suo mondo, l'afflato delle incongruenze, delle sciatterie, della debacle morale che ancora oggi continuiamo a definire capitalismo, mentre in realtà si tratta di un'adulterazione, di una devastazione sociale che molti allocchi, me compreso, hanno innalzato a sentiero di vita.

La signora in questione assume solo donne oltre gli "anta" per logiche questioni di opportunità, e sul fronte dell'orario lavorativo dei suoi "inferiori" predilige la full immersion totale, alla faccia di affetti, figli e tempo libero.

Non è colpa sua, essendo una liofilizzazione di quanto di orrendo si è instaurato in queste lande grazie alla sgraziata mano di un Tronfio Rignanese e la sua Era del Ballismo, allorché venne demolito in quattro e quattr'otto un progresso sociale frutto di tenaci rivendicazioni sindacali restituenti una dignità da sempre mancante ai lavoratori. Da lì in poi, tra contratti capestro, perdita di sicurezze mediante l'abolizione di articoli come il 18 conquistati con fatica immane dagli avi, si è acutizzata una specie di schiavitù occulta, di sottomissione culturale che ha portato ella, compendio, bignami di quanto detto, ad esternare nauseabonde fetecchie spacciandole come normalità, una normalità deviata da questo stile di imprenditorialità anch'esso trasformato ad uso e consumo dei soliti arcinoti, dediti ad un arricchimento sfrenato ai danni di cammei sociali quali la sicurezza, il giusto riconoscimento salariale, l'indeterminabilità del rapporto di lavoro permettente ed agevolante sogni di conquiste sociali quali casa e progetti di un futuro lastricato d'affetto.

Nella Franchi emerge il sottobosco oramai portato a normalità, ad iniziare dal raglio perpetuo di chi vorrebbe giovani nelle proprie attività turistiche, al fine di sfruttarli, dissanguandoli, lucrando sempre più sulla loro pelle, sino ad arrivare alle oramai tragicomiche manifestazioni di dolore delle prefiche, anche istituzionali, ogniqualvolta un essere umano viene ucciso dalla carenza di sicurezza sul lavoro, frutto di paghe in nero, di subappalti di subappalti di subappalti, che alla fine costringono l'ultimo della catena a far lavorare i propri addetti in canottiera.

Questo è il mondo emergente dalla Franchi punta di un iceberg maledettamente grande, statico, inattaccabile perché protetto da media di proprietà, a volte, degli stessi nobili cosidetti imprenditori.

Confermo che mi siederei volentieri ad un tavolo imbandito con la signora imprenditrice. Pagando naturalmente il conto, perché non si sa mai.

Nessun commento:

Posta un commento